Il sasso dei renziani nell’acqua stagnante del centrosinistra foggiano

Monta il dibattito dopo la manifestazione promossa dai renziani della provincia di Foggia (Ultimi, ma non ci arrendiamo, si è tenuta lunedì scorso all’Altrocinema). Al di là del tono degli interventi, c’è un dato che mi pare positivo. A Foggia si è tornato a parlare di politica, e non è poco, visto che siamo già praticamente in piena campagna elettorale per le comunali del 2014.
Ciascuno è ovviamente libero di pensarla come vuole circa la qualità degli interventi, ma un dato è innegabile: di fronte al rischio che le trattative per la individuazione del candidato sindaco del centrosinistra si svolgessero nelle stanze dei bottoni, i renziani hanno avuto il merito di cercare di voltare le carte. Anzi di mettere le carte in tavola.
Il giudizio di Vincenzo Rizzi (ex responsabile del settore ambiente del Pd, approdato al M5S) è particolarmente severo: “che dire tolto il grande Gioacchino Rosa Rosa, per il resto mi ha ricordato quando da piccolo a scuola ci regalavano i biglietti per andare al cinema (Flagella, ecc.), per poi alla fine cercare di vendere enciclopedie o kit di pentole…
Altra cosa che oggettivamente non mi è piaciuta, sono state le conclusioni dei ragazzi invitati a raccontare la propria storia, finivano sempre per ringraziare uno dei due politici e non un gruppo o il partito, anche questo mi ha fatto pensare sulla pochezza dell’iniziativa. Per finire, non ho capito il senso della manifestazione se Foggia (che i renziani contribuiscono a governare) è gestita bene perché siamo ultimi? Insomma come sempre c’è da diffidare dalle imitazioni…”

A confermare la sensazione che comunque l’iniziativa del Comitato Adesso!Capitanata e dei comitati pro Renzi della Capitanata abbia se non altro gettato un bel sasso nell’acqua stagnante del centrosinistra foggiano l’intervento di Davide Leccese (posta prima della manifestazione): “mi sta bene tutto (o quasi) se riesce a smuovere una situazione stagnante e dove si muovono le acque solo perché il fondo limaccioso, riemerso, non consenta di vedere a pochi centimetri dalla superficie delle acque che siamo chiamati (o costretti) a navigare. Ma domando a me e a te, sufficientemente miopi per aver bisogno di avvicinare l’oggetto da osservare (in questo caso l’iniziativa che pubblicizzi) e sufficientemente presbiti per aggiustare la debita distanza per non confonderci con i particolari che distraggono e basta, se gli organizzatori dell’incontro avranno l’onestà e il buon gusto di far sapere all’uditorio (libero o convocato) il loro curriculum di cui vanno orgogliosi o di cui si pentono; da far sapere, tutto sommato, meriti di cui non vantarsi e colpe di cui pentirsi.”
Interessante la riflessione di Gioacchino Rosa Rosa, affidata alla bacheca del gruppo “Riaccendiamo le idee” (Gioacchino è stato il conduttore della serata e il gruppo ha partecipato al dibattito con l’intervento di Luca Vigilante): “Noi, pur non essendo del PD e tantomeno Renziani, abbiamo partecipato a questo incontro che tra cose più o meno interesanti credo mi abbia arricchito di conoscenze. Mi ha fatto piacere conoscere il progetto di Antonio Cavaliere, quello di Enzo Dota (che ha risvegliato la concreta attenzione del sindaco di Bari Emiliano) ho saputo qualcosa in più su Banca Etica, i numeri (impressionanti) del turismo garganico e poi, abbiamo avuto l’occasione di far conoscere il nostro video Riaccendiamo le idee ad una platea che non l’aveva mai visto e che ci ha tributato due spontanei applausi. Certo si potrà dire che gli organizzatori si sono mossi per prepararsi alla campagna elettorale ma credo che nessun politico, al mondo, non abbia come fine quello di essere eletto e governare. Quindi, per quanto mi riguarda, come in ogni cosa, il prendo il buono che c’è, e ignoro il resto.”
È invece critico l’intervento di Enrico Ciccarelli: “Mah! Evidentemente ho partecipato ad un’altra manifestazione. D’altra parte, come si dice, tot capita tot sententiae. Ho ascoltato anch’io cose interessanti (da Squeo, da Bancaetica, dal Cantiere 8 marzo), altre barbine o banalotte ed altre ancora impresentabili (scandaloso Vascello sull’aeroporto, raccapricciante quello che per risolvere i problemi del lavoro vuole la riapertura del Tribunale di Lucera). Non credo che raccontarci la favoletta della politica sorda e cieca che affligge inspiegabilmente un popolo di eroi, santi, poeti e navigatori abbia molto senso. Né mi pare costituisca una novità di qualche tipo.”
A Ciccarelli risponde Nico Salvatore, il sindacalista della Cgil che ha parlato dei problemi della giustizia: “Rispondo senza alcuna intenzione polemica. Il mio intervento doveva essere calibrato su lavoro e legalità. Avrei potuto, in 5 minuti, elencare diversi dati sull’allarmante condizione occupazionale del nostro territorio. Ho preferito, però, portare all’attenzione della platea, considerata la condizione di “ascolto” della politica, ciò che a mio avviso produrrebbe ulteriori drammi sociali in Capitanata. Se dovesse concretizzarsi la riforma della geografia giudiziaria, così come è stata definita, per realizzare economie nel bilancio dello Stato si lascerebbe sguarnito di presidio giudiziario un vasto territorio caratterizzato da infiltrazioni di criminalità organizzata, con gravi ripercussioni sulla sicurezza sociale e sul rispetto della legalità, linfa vitale per l’esercizio di impresa e la conseguente creazione di posti di lavoro. Uno studio commissionato dalla Commissione Parlamentare antimafia ha sostenuto che lo sviluppo della Puglia è stato frenato dal crimine organizzato.”
Per amore di verità, va aggiunto che dell’intervento di Salvatore ha preso buona nota l’on. Ivan Scalfarotto, promettendo di impegnarsi sulla questione in prima persona. Anche perché è tutto ancora da dimostrare che la soppressione del Tribunale di Lucera si traduca in un risparmio. Il trasferimento degli uffici giudiziari della cittadina aveva nel capoluogo potrebbe mandare definitivamente in tilt il bilancio del Comune di Foggia, che per legge deve anticipare i costi di fitto.

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Author: Geppe Inserra

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