Al di là delle opinioni che si possono avere sul Pd e sulla responsabilità del maggior partito del centrosinistra nella drammatica situazione in cui si dibatte Foggia, un dato è sicuro: la sfida che i renziani di Capitanata hanno lanciato con il convegno-evento di lunedì scorso potrebbe rappresentare veramente l’inizio di un capitolo nuovo nella storia dei rapporti tra i partiti e la società civile. Il nocciolo della questione, in fondo, sta tutto qui: per la prima volta, un pezzo consistente di quella società che non abita nei palazzi della politica, che guarda perfino con sospetto alla politica, è diventata protagonista della politica.
È stata – come ha detto nel suo intervento l’organizzatore della manifestazione, Giampiero Protano, renziano storico, responsabile del comitato Adesso!Capitanata – “una prova di dialogo diverso fra territorio, cittadini e politica,” con l’obiettivo di “rendere protagoniste alcune fra le esperienze più belle della nostra Capitanata.”
Il tema (ULTIMI, ma vogliamo essere primi) non lasciava molto spazio all’ottimismo, ma è stata proprio la fiducia nel futuro che ha attraversato tutto l’intervento del giovane medico foggiano, che di seguito riportiamo. Si tratta di un intervento particolarmente appassionato che nella parte finale rivela una idea profondamente innovativa della politica e lancia la sfida di uno “stile Foggia”. Ecco il testo dell’intervento.
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“C’è una Foggia possibile, giovane, creativa, che eccelle. Siete la dimostrazione che questa terra ha già in sè tutte le risorse per primeggiare, che una nuova classe dirigente è possibile. C’è già. Siete voi. Basta farvi entrare !
Foggia deve tornare ad essere Capoluogo di una Provincia virtuosa.
Noi vogliamo cambiare questa città e questa Provincia.
Quando abbiamo pensato ad una convention che facesse incontrare quella parte del Partito Democratico che lavora ad una politica diversa e migliore, con quella parte della società civile che non si arrende al declino della nostra terra, non mi sarei aspettato tanta attenzione, tanto entusiasmo.
Questo incontro, questa sala sono però la testimonianza vivente che possiamo farcela.
Mai una manifestazione politica era stata preceduta da un dibattito così intenso sul social network. Molti hanno manifestato scetticismo se non diffidenza per questa nostra iniziativa e li capisco: perché troppo spesso la politica ha tradito le loro aspettative, ha deluso le loro speranze, non ha mantenuto le promesse.
Siamo però convinti che la partita da giocare e da vincere non sia fra politica ed anti politica, ma fra cattiva politica e buona politica.
Noi vogliamo essere la nuova politica. Noi vogliamo essere la buona politica. Noi abbiamo l’ambizione di CAMBIARE l METODI DELLA POLITICA. Non so se ci riusciremo, ma di sicuro resteremo noi stessi LA POLITICA NON CAMBIERÀ’ NOI!
È facile gettare la croce addosso alla politica, che di colpe ne ha tantissime, e che è la principale responsabile di questa crisi.
Ma più si allarga il fossato che c’è tra la città e chi la governa, più le cose andranno male. Per dirla con Kennedy, non dobbiamo più limitarci a chiedere quel che l’amministrazione può fare per la città. Dobbiamo chiederci piuttosto cosa possiamo e dobbiamo fare noi per la città, per governarla, per costruire un futuro diverso da questo presente . E la risposta è una sola: dobbiamo metterci la faccia, dobbiamo impegnarci in prima persona.
La politica è la cosa più bella del mondo se fatta bene. E dobbiamo dire basta una volta per tutte al fatalismo. Anche a Foggia possiamo fare quel che Michele Emiliano ha fatto a Bari, trasformando radicalmente una città che soltanto 20 anni fa aveva guai peggiori dei nostri per quanto riguarda la sicurezza, la qualità della vita.
Gli interventi che si sono succeduti hanno svelato il volto pulito, il cuore generoso, il prepotente desiderio di futuro di una Foggia di successo, ricca di fermenti, di idee, di progetti che devono adesso diventare un grande e condiviso programma per il futuro della città. Dobbiamo riprenderci il nostro futuro.
Questa Foggia che non s’arrende, questa Foggia che crede al futuro può essere, dev’essere la futura classe dirigente della città. È giunto il momento di dire basta, ma veramente basta, ai professionisti della politica che hanno perduto di vista l’interesse generale e pensano soltanto alla loro autoconservazione.
Serve una classe dirigente che abbia ENERGIA e VISIONE, LUNGIMIRANZA, che RIACCENDA LE PASSIONI, e riporti i cittadini ad essere ORGOGLIOSI di appartenere a questa comunità. Bisogna ripristinare un minimo di REGOLE. Imporre la legalità ed il rispetto reciproco, contro un’illegalità diffusa che non fa più notizia, perché ormai pratica quotidiana.
Bisogna avere il coraggio di prendere decisioni che possono anche essere impopolari, ma che servono alla città. Prendere decisioni che non servono alle proprie personali carriere politiche , ma che garantiscono alla città un futuro diverso.
La politica deve trovare le soluzioni. Una politica che troppo spesso ha abdicato in favore dei tecnici o, peggio, di tecnostrutture incrostate e non disinteressate.
La politica non può restare distante e lontana dalla città e dai cittadini. La politica deve fare proprie le istanze dei cittadini, delle imprese, delle associazioni, governandone i processi.
Stasera io spero che sia nato qualcosa. Sento che questo incontro di intelligenze, di volontà, di cuori, di sincero desiderio di futuro può rappresentare l’inizio di un cammino importante, che non vogliamo dirigere e del quale non vogliamo dettare le regole. Questo percorso di rinnovamento, questo processo di cambiamento vogliamo condividerlo con voi.
Il nostro impegno è di rendere questo NUOVO STILE DELLA POLITICA, questo nuovo modello di confronto, queste convention una prassi, una buona prassi a servizio del futuro della città. Qualcuno commentando questa iniziativa ha detto che abbiamo voluto fare un incontro stile Leopolda. È vero, ci siamo ispirati all’intuizione di Matteo Renzi, ma noi vogliamo andare oltre, vogliamo fare qualcosa di più. Vogliamo inventare lo stile Foggia.
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