Potrebbe trattarsi di numeri civici quelli che campeggiano sugli spigoli di Palazzo Dogana. È la tesi che sostiene Tommaso Palermo, cultore della storia cittadina, nonché appassionato collezionista di cimeli del passato.
La dritta di Tommaso arriva da un commento al post in cui avevo segnalato i due numeri che compaiono sul lato dell’antico palazzo che ospita la Provincia e l’Archivio di Stato: “Sono numeri civici che non corrispondono più ad aperture sulla strada ma
fanno comunque parte della numerazione civica; si veda il caso dei
numeri entro l’arco di Porta Arpana”
Sollecitato a spiegare meglio la sua tesi, Palermo aggiunge: “I numeri di Porta Arpana fanno riferimento all’abitazione (ora fornice che collega via della Repubblica con l’ingresso del conservatorio), alla bottega del fruttivendolo che si trovava nell’altro fornice. Non so a cosa si riferisse l’altro numero” che comunque Tommaso ritiene potesse indicare un altro ingresso, sempre su via Arpi.
I numeri potrebbero essere stati insomma smontati dal posto in cui si trovavano originariamente per essere poi comunque esposti, come segno del passato. Com’è successo per Porta Arpana qualche anno fa, anche le facciate di Palazzo Dogana sono state oggetto, negli anni Novanta, di lavori di restauro.
Sarebbe interessante comunque chiarire quale fosse l’originaria numerazione civica cui i due numeri di Palazzo Dogana facevano riferimento. In passato, si aprivano sul lato di corso Garibaldi, altri ingressi, i cui civici sono rimasti regolamente al loro posto, come si vede nell’ultima foto.
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