Un altro cinema chiude. Ma il cinema non muore.

Se la memoria non mi tradisce, c’è anche il Cinema Impero di Manfredonia ne La bianca palpebra dello schermo che Lucio Dell’Accio girò nel 1991 per raccontare la scomparsa delle sale cinematografiche in Capitanata. Il documentario apre una trilogia che l’autore foggiano ha dedicato al cinema o più precisamente al cambio d’uso del cinema. Dopo La bianca palpebra dello schermo arrivarono Ritratto di albanesi in un cinema (1994, il racconto di una delle prima esperienze di accoglienza fatte a Foggia, con la trasformazione della sala parrocchiale di Gesù e Maria in un dormitorio per gli extracomunitari) e lo struggente Maurizio (1997) che racconta della straordinaria capacità di “vedere” – oltre i limiti imposti dallo spazio ristretto cui costringe la disabilità – di un poeta diversamente abile.
Lucio volle concludere così la sua trilogia ad indicare che fintanto che siamo capaci di vedere, immaginare (e aggiungerei ricordare, visto come Dell’Accio ha ripreso il tema nella sua ultima, monumentale opera, Scene da una strage (2011), dedicata all’attentato di Piazza della Loggia a Brescia ) il cinema esiste e resiste.
Ne La bianca palpebra dello schermo quei cinema chiusi e destinati alla demolizione rivivevano sul filo della nostalgia, nelle testimonianze e nella memoria di chi li aveva abitati.
Del Cinema Impero di Manfredonia resteranno tra breve solo immagini e fotogrammi che sbiadiranno nel tempo, perché il glorioso locale sipontino sta per essere demolito: dovrà cedere posto al consueto complesso residenziale con annesso parcheggio, così come accade in Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore. Ma fintanto che avremo occhi per vedere e per sognare, e fintanto che avremo cuore per ricordare (per ricordare ci vuole il cuore, non la memoria), il Cinema Impero sopravvivrà, nel pianeta immenso della nostalgia.
Come testimonia Stefania Marrone, della compagnia teatrale sipontina La bottega degli apocrifi, che ha affidato al suo profilo di Facebook questo bellissimo post: “Mi piacerebbe che il Cinema Impero non fosse demolito per far sorgere un palazzo con parcheggi, per questi 3 semplici motivi:
– A Manfredonia di palazzi con parcheggi ce ne sono tanti e di cinema uno solo.
– Ogni volta che arrivano amici “forestieri” li porto lì e gli racconto di com’era prima quel posto, di come mi hanno raccontato che era prima che io arrivassi a Manfredonia.
– Lì davanti ho baciato la persona che amo e un giorno vorrei poter dire ai miei figli “papà e io ci siamo baciati la prima volta davanti a questo cinema”. Ritenetevi liberi di aggiungere altre buone ragioni!”
Il post di Stefania Marrone è stato sommerso da valanghe di “mi piace” e di commenti, per sintetizzarli tutti ecco quanto ha lasciato scritto CinemaDonia-it Cultura Da Manfredonia: “il cinema è immortale, il cemento è futura polvere…”

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Author: Geppe Inserra

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