Dalla bacheca del combattivo gruppo facebook “Basta chiacchiere, aeroporto”, il sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, fa sapere che “Nessun ritardo è imputabile all’Amministrazione Comunale per il Piano dei Rischi”, e tanta basta ad attizzare una polemica infinita.
Intervenendo un paio di settimane fa al forum promosso da Foggia Città Aperta, il primo cittadino aveva assicurato che il Piano dei Rischi sarebbe stata cosa fatta entro quindici giorni, poi è arrivata la frenata dell’Enac che evidentemente rende impossibile rispettare la data che aveva indicato come scadenza.
Sono tuttavia d’accordo con Mongelli: il sindaco dice la verità quando afferma che l’amministrazione civica (riferendosi, evidentemente, alla “sua” amministrazione) non ha responsabilità del ritardo con cui si sta licenziando il Piano dei Rischi, adempimento importante per poter cominciare la fase degli espropri e quindi finalmente cantierizzare i lavori di costruzione della nuova pista.
Ma di responsabilità ne hanno, eccome, le amministrazioni che hanno preceduto la sua nel governo della città. Il problema di Foggia è che ogni problema finisce per impantanarsi in una palude che tutto avvolge, perché non è mai chiaro di chi sono le responsabilità, e perché, quand’anche le responsabilità venissero allo scoperto, mai nessuno paga per gli errori compiuti.
Nell’intenso confronto che si è aperto in “Basta chiacchiere, aeroporto” sul lapidario intervento di Gianni Mongelli, l’intervento che riassume con più sintesi ed efficacia la sostanza del problema è forse quello di Sirio Marasco, che riguarda proprio la questione della responsabilità: “È imputabile alle amministrazioni tutte, avvicendarsi negli ultimi 20 anni, di aver svenduto la nostra sovranità popolare per salvaguardare interessi di poltrone e privilegi di territori limitrofi, soprattutto del capoluogo di Regione. Le responsabilità non si limitano a piccoli atti non compiuti ma anche per quelle cose che si potevano fare e non si son volute fare per i motivi di cui sopra. Meditate e mediti anche lei, Signor Sindaco.”
Perché mai l’Enac “attenzioni” con particolare rigore l’aeroporto Lisa lo sanno anche le pietre: nel corso dei decenni, le aree circostanti l’aeroporto sono state al centro di una intensa attività edilizia. Il Piano dei Rischi si occupa proprio di definire, ovviamente alla luce delle leggi vigenti, l’indice di edificabilità delle diverse zone. Il nodo riguarda l’area del Salice, che è tra l’altro oggetto di alcune particolari previsioni del nuovo Piano Regolatore Generale. L’Enac ha chiesto all’amministrazione comunale di rivedere un articolo delle norme di attuazione, in modo da prevedere, fin da subito, anche nella zona del Salice, in direzione della testata sud della pista aeroportuale, “una modesta funzione residenziale con indici di edificabilità bassi, che comportano la permanenza di un numero limitato di persone.”
Non c’è nulla di sostanziale nel rilievo mosso dall’Enac in quanto l’amministrazione comunale non aveva certo l’intenzione di far realizzare grattacieli nella zona del Salice, ma la severità dell’ente preposto al governo dell’aviazione è in un certo senso legittimata da tante scottature patite nel passato. L’amministrazione Mongelli paga in un certo senso lo scarso rigore di quelle che l’hanno preceduta nel governo del territorio cittadino e in modo particolare la scarsa vigilanza operata rispetto a quanto accadeva, dal punto di vista edilizio, attorno e ai margini del’area aeroportuale. Chi ha consentito lo scempio? Chi ha condizionato il futuro dell’aeroporto e della città, per qualche concessione edilizia in più?
Il Gino Lisa si sta confermando, anche per Mongelli, il banco di prova più arduo e severo per la capacità di governance. Chiudere presto e bene la vicenda significherebbe veramente dimostrare all’opinione pubblica ed alla cittadinanza che si è voltato pagina.
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