Morlacco: “Regioni spreco infinito”

Quasi cinquant’anni di lavoro nella pubblica amministrazione. Da impiegato comunale e segretario generale di enti importanti, come la Provincia di Foggia, di cui è adesso Direttore Generale, passando per la esperienza politica di sindaco di Lucera.
Non potrebbe esservi punto di vista più qualificato di quello di Vincenzo Morlacco ad esprimere un’opinione sulla soppressione della Provincia e sulla provocazione lanciata da Davide Leccese, che propone di chiudere piuttosto le Regioni, tenendo in vita invece gli enti intermedi.
“Per dare una compiuta risposta all’interrogativo – esordisce Morlacco – bisogna storicamente risalire al 1973, anno che segnò l’entrata reale in funzione della Regioni. Chi ha memoria e confronto lo stato complessivo della Pubblica Amministrazione – generale e locale – non può non convenire che il periodo antecedente a quell’anno sicuramente vedeva una Pubblica Amministrazione più funzionale e soprattutto con una spesa complessiva di gran lunga inferiore a quella attuale, pur tenendo ovviamente conto delle diverse epoche e del diverso potere d’acquisto della moneta.”

“Per capire cosa siano state e siano le Regioni – incalza il Direttore Generale di Palazzo Dogana – basti pensare ai numerosi e gravosissimi problemi della sanità pubblica, che con il passaggio alle Regioni, non solo pesa enormemente sulla finanza pubblica, ma non ha neanche comportato l’atteso miglioramento delle qualità dei servizi, che vengono giudicati insoddisfacenti dai cittadini.”
“A parte poche e marginali eccezioni – aggiunge Morlacco – oggi le Regioni svolgono essenzialmente un ruolo di intermediazione finanziaria: ricevono fondi dallo Stato o dall’Europa e li riversano agli Enti Locali e ad altri soggetti destinatari dei finanziamenti pubblici. E c’era bisogno di un Ente macroscopico come la Regione, per svolgere un’attività che poteva essere assicurata direttamente, con minori criticità e una maggiore celerità?”
“Sarebbe interessante – conclude il direttore generale – effettuare una specifica comparazione della spesa pubblica, distinta per finalità e settore d’intervento, tra quella prima del 1973 e quella successiva, pur naturalmente considerando il diverso assetto funzionale ed istituzionale della Pubblica Amministrazione. È difficile negare che i problemi della finanza pubblica sono cominciati proprio con l’avvento delle Regioni, e che sarebbe forse il caso di riconsiderare l’intero assetto istituzionale della PA.”

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Author: Geppe Inserra

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