Perché nell’immaginario di molti intellettuali meridionali la canzone napoletana sia considerata cultura di serie B è una questione su cui varrebbe la pena riflettere. Dalla riflessione scaturirebbero probabilmente svariate chiavi di lettura, utili a comprendere le ragioni del declino del pensiero meridionale. Basti pensare che assieme alla pizza, la musica partenopea è tra gli elementi più forti e più distintivi del made in Italy nel mondo, ed è un peccato che a non accorgersene sia spesso proprio la cultura meridionale, almeno quella ufficiale.
È un discorso parecchio importante anche per la cultura foggiana, essendo la Capitanata, più degli altri territori pugliesi, profondamente legata a Napoli. Presentando le sue linee di politica culturale all’indomani della sua elezione a sindaco di Foggia, Orazio Ciliberti annunciò che avrebbe parecchio insistito sulla valorizzazione di quelli che riteneva due elementi fondanti della tradizione culturale cittadina: la musica lirica e quella napoletana. L’insolito binomio fece storcere la bocca a più d’uno, ma la proposta dell’ex primo cittadino era francamente intrigante perché, attraverso la musica, intendeva coniugare due aspetti comunque fondamentali dell’identità culturale cittadina.
A me la canzone napoletana piace, e moltissimo, soprattutto quando a darle voce è un interprete straordinario come Mario Salvatore.
Foggiano figlio di napoletani, da decenni Mario porta in Italia e nel Mondo le melodie più classiche della canzone partenopea, che ripercorre e canta nello spettacolo Così cantava Napoli. La sue grandi doti di interprete del più pure stile “melodico” (secondo molti critici è il naturale erede di Sergio Bruni) sono state apprezzate ovunque, anche da platee particolarmente esperte come quelle campane o degli italo-americani. Nel 2008 è stato ospite della NIAF (National Italian American Foundation): il direttore esecutivo James De Santis ha definito magnifiche le sue esibizioni, svolte durante la due giorni che annualmente la prestigiosa fondazione dedica al Best of Italy.
Mario Salvatore è la testimonianza vivente che la tradizione canora napoletana è cultura di alto profilo. Non a caso, è un punto di riferimento di quanti si stanno battendo da anni, in Parlamento, affinché la canzone napoletana venga dichiarata un bene culturale (per me è anche di più, è patrimonio dell’umanità).
Dal carattere sempre schivo e modesto, le performance di Mario Salvatore in rete sono piuttosto rade. Ma oltre al suo sito, da qualche giorno su YouTube c’è un bel video che riassume e presenta i momenti salienti di Così Cantava Napoli. Inoltre Mario è finalmente presente anche su Facebook. Cliccare qui per vedere il suo profilo e chiedergli l’amicizia.
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