San Lorenzo in Carmignano e la Regia Masseria del Pantano sono tra i posti più ricchi di passato in una città, come Foggia, che nel corso della sua storia ha subito spesso distruzioni – talvolta per mano della natura, più spesso per mano umana. Tracce di un passato importante, che come tali andrebbero tutelate e quanto possibile valorizzate. E invece no.
La Regia Masseria si erge spettrale nell’assedio di una periferia sempre più scialba ed anonima. Quel che resta di San Lorenzo in Carmignano corre adesso il rischio di finire sotto i ponti, e non soltanto in senso metaforico.
Eppure la coscienza culturale della città, su questi temi, è vigile. Però non sfonda. Al declino della Regia Masseria Pantano dedica un bell’articolo il blog di storia dell’arte Kunst. “Gioiello federiciano che sorge alla periferia di Foggia, lasciato nell’abbandono, condannato a una morte lenta e irrimediabile – scrive l’autore Mario Cobuzzi – : nulla viene fatto per preservarlo: lo si lascia lì, a morire pian piano, come un malato terminale che ormai nemmeno si lamenta più. E questo perché qualcuno, in barba alla memoria storica e culturale della comunità, ha deciso che anche in quel punto bisogna andare avanti con la speculazione edilizia: non si aspetta altro che il “rudere” collassi definitivamente.”
Suggerisco caldamente la lettura dell’articolo di Cobuzzi perché le considerazioni sulla Regia Masseria concludono una lunga riflessione dell’autore su come si dovrebbero conservare questi beni e sulle ragioni per cui questo obiettivo andrebbe perseguito. Cobuzzi ragiona da storico dell’arte, e l’articolo offre uno spaccato molto suggestivo del dibattito in corso tra gli addetti ai lavori. In un altro post, Cobuzzi lancia un appello alla cittadinanza affinché segnali scempi come quello che si sta verificando ai danni della Masseria, e non a caso l’immagine che illustra il post è dedicata al vicino sito di San Lorenzo in Carmignano.
La segnalazione del rischio che corre qesto autentico gioiello del passato della città è di Domenico Mazzaro, che ha affidato al suo profilo facebook una dettagliata ricostruzione della importanza di questo sito, lanciando alla fine l’allarme: “San Lorenzo in Carmignano devastato oramai da degrado urbano, incuria amministrativa, edilizia abusiva a quanto sembra rischia da qui a poco di essere attraversato da un ponte in costruzione. Cosa dire? Da semplice cittadino non posso fare altro che attendere i prossimi eventi sperando che la presenza di quella statuetta sacra posta sulla facciata chissà da chi, aiuti a far aprire gli occhi a chi di competenza e fargli comprendere che un altro pezzo della nostra storia sta morendo nella totale indifferenza di tutti. “Mazzaro accompagna il suo intervento con la scheda sulla sola campagna di scavi che si sia finora svolta a San Lorenzo, progettata, promossa, finanziata e realizzata dal Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Foggia, diretto allora dall’attuale Rettore, Giuliano Volpe, che fu anche il direttore degli scavi. Volpe su coadiuvato da Pasquale Favia, docente di Archeologia Medievale, che ebbe la responsabilità della conduzione sul campo; al cantiere archeologico parteciparono una cinquantina di studenti dello stesso corso di laurea dell’ateneo foggiano.
Quanti fossero interessati ad approfondire l’argomento, trovano in questa pagina web (http://www.archeologia.unifg.it/ricerca/scavi/sanlorenzo/sanlorenzo.html) il testo integrale della scheda dell’Università. Qui invece l’affascinante progetto di ricerca archeologica, con i risultati delle indagini.
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