La poesia è più forte della guerra: il poeta John Gawsworth a Foggia, dopo i bombardamenti

John Gawsworth

L’occupazione militare alleata durante la seconda guerra mondiale non contribuì soltanto ad avviare la ricostruzione della città, sventrata dai bombardamenti. In qualche modo, consentì a Foggia di venire a contatto con culture diverse, favorì incontri, scambi e contaminazioni culturali. Vi siete mai chiesti, per esempio, da cosa nasce la particolare predilezione dei foggiani per la nobile arte della boxe e per la musica jazz? Sono convinto che il germe vada fatto risalire proprio ai mesi in cui le truppe alleate fecero stanza a Foggia.
Durante l’occupazione, i militari americani erano soliti organizzare serate di pugilato (che si tenevano nella sala consiliare del municipio) e concerti della loro musica preferita, e tanto bastò a seminare una passione che negli anni successivi avrebbe dato frutti rigogliosi: una scuola pugilistica che ha saputo ben figurare perfino alle Olimpiadi, uomini di spettacolo come Renzo Arbore.
L’occupazione non fu un positivo enzima soltanto per contaminazioni di natura sportiva o musicale. Una storia molto bella – e non molto nota, per cui è bene ricordarla alla vigilia dell’avvio delle celebrazioni del settantesimo anniversario dei bombardamenti – è quella del poeta e sergente inglese della RAF, Terence Ian Fitton Armstrong, che con il suo reparto fu di stanza nel Tavoliere, probabilmente a San Severo, dove strinse profondi rapporti d’amicizia con il poeta Umberto Fraccracreta.

Armstrong è noto nel mondo della letteratura con lo pseudonimo di John Gawsworth. Fu un convinto pacifista. Ricorda di lui, Sir Joman, un altro letterato che soggiornò in terra di Capitanata e del quale diremo, che gli “piaceva farsi fotografare con un mazzolino di vischio: il simbolo della non violenza.”
L’amicizia che legò John Gawsworth a Umberto Fraccracreta è mirabilmente tratteggiata dall’italianista Francesco Giuliani, docente all’università di Foggia,  che nel suo sito dedica una bella pagina alla vicenda (l’indirizzo web è http://www.francescogiuliani.net/john_gawsworth.htm). Giuliani ricorda che “all’epoca Fraccracreta godeva di una buona considerazione nazionale, testimoniata anche dalla presenza delle sue liriche in varie antologie scolastiche”. Inoltre il poeta del Tavoliere “conosceva bene anche l’inglese, oltre al francese ed al tedesco, e di qui derivò lo spunto per la traduzione di alcune opere del Gawsworth, che vennero in parte pubblicate durante il periodo bellico.”
È straordinario che, in piena guerra, due poeti appartenenti a due popoli che fino a poco prima erano stati nemici, non soltanto diventino amici l’uno con l’altro, ma stabiliscano rapporti così fecondi da portare alla produzione e ad alla pubblicazione di libri di poesia.
“La poesia e l’amore per la bellezza – annota Giuliani – riescono a ritagliarsi uno spazio anche in mezzo alla barbarie delle armi e della violenza, cogliendo tutte le occasioni possibili.”
L’amicizia viene raccontata dal poeta inglese in un sonetto dedicato a Umberto Fraccracreta, e da questi tradotto in italiano. Parole struggenti, che testimoniano come la poesia sia un linguaggio universale, ed affratellante, perfino durante i tempi oscuri della guerra:

Sotto la montagna del Gargano (donde venne l’Arcangelo),
tu, armato in ispirito soltanto, pronto a cogliere
il bagliore del sole che infiamma il grano maturo
e lo intesse compatto come il tetto d’una bica,
tu sei nato, o poeta pugliese, amico
nel cui grigio palazzo io, in uniforme di soldato
d’esercito vittorioso, entrai straniero, per darti
la fraterna stretta di mano di tutti i poeti.


“Povera Italia!” tu piangevi ogni città distrutta,
i villaggi nativi dove la carestia strisciando ha spento
le native canzoni nel cuore del tuo popolo;
eppure tu allo sdegno non corrugasti la fronte,
perché in me un poeta fratello sentivi, venuto non da se stesso,
ma per volere del fato, a far guerra al tuo paese.

La poesia è datata 24 gennaio 1944: conquistato il Foggia Airfield Complex (di cui ho parlato in un altro post), l’attività bellica degli Alleati nei campi d’aviazione sparsi in tutto il Tavoliere è più fervente che mai. Ogni giorno partono spedizioni aeree e missioni per l’Italia e per l’Europa. Ciò non impedisce tuttavia a John Gawsworth di cantare la pace, e perfino di innamorarsi.
Sotto il cielo della Capitanata, il poeta inglese compone un ciclo di trenta sonetti intitolato Maggio d’Italia (La Gradogna). Il titolo si riferisce al mese in cui i versi sono stati composti, maggio del 1944. La Gradogna è invece la donna di cui  Gawsworth si innamorò. La traduzione venne curata da Fraccracreta. La raccolta venne pubblicata diversi anni dopo, ad iniziativa dello Studio Editoriale Dauno di Mario Simone (bibliotecario di Manfredonia e grande figura di intellettuale), con una prefazione di Nino Casiglio, altrettanto grande scrittore di San Severo: ed anche questo fervore intellettuale dovrebbe farci riflettere, e comprendere la portata di una ricostruzione, di una rinascita, che non fu soltanto materiale ed edilizia, ma anche morale e culturale.

Nella raccolta la Gradogna e Foggia diventano metafora della bellezza, della speranza.

Green Adriatic eyes : hair like combed flax,
gold as Apulian corn on Foggia palin…
She is the Italy of a vernal heart
that slumbered blossomless an age too long…


Verde Adriatico i suoi occhi, pettinato lino i capelli
d’oro come il grano di Puglia sulla piana di Foggia,
Lei è l’Italia d’un cuore primaverile
che troppo a lungo dormì senza fiore…

“Quali pensieri acuti e sentimenti nobili guadagnati da codesta terra, dopo che fu tanto percorsa dal fascismo e dalla guerra!”, commenta commosso Sir Joman, di cui vi racconterò domani.

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Author: Geppe Inserra

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