Fate gli scongiuri. Grattatevi. Esponete pure cornetti portafortuna. Però la notizia va data. Foggia è tra le città italiane maggiormente esposte a rischio sismico. Lo rivela un dossier dell’Espresso sull’argomento, che ipotizza cosa succederebbe nelle diverse zone sismiche del Bel Paese, simulando un sisma di intensità equivalente al massimo storico registrato in ogni località. I risultati sono quanto mai scioccanti. La notizia è stata ripresa come sempre con molta tempestività dal blog Amara Terra Mia, cui debbo la segnalazione e la foto.
Il dossier, che si fonda su dati del Servizio Sismico Nazionale e della Protezione Civile, ipotizza le conseguenze sulla base di due parametri: le persone coinvolte in crolli e quelle che resterebbero senza tetto.
Foggia si situa al quarto posto della graduatoria nazionale, che vede in vetta Catania, con 161.829 persone che resterebbero coinvolte nei crolli, e 136.000 senza tetto. Seguono Messina (111.6222 e 95.365) e Reggio Calabria (84.559 e 74.187).
Subito dopo, ecco il capoluogo dauno, con delle prospettive decisamente inquietanti. Qualora il territorio provinciale venisse colpito dal sisma di gravità pari a quello massimo registrato nella sua storia, le persone interessate dai crolli sarebbero 73.539 (in pratica verrebbe giù mezza città), e 64.648 sarebbero quelle che resterebbero senza tetto.
Secondo l’Espresso, le città pugliesi coinvolte dal terremoto sarebbero sei, praticamente tutte in provincia di Foggia. Dopo il capoluogo, la cittadina maggiormente esposta al rischio sismico è San Severo (25.442 e 22.611), quindi Rodi Garganico (2.023 e 1.519), Manfredonia (1.087 e 10.437), Cerignola (1.313 e 10.545). La sola città pugliese esposta al rischio sismico e non ricadente nel territorio dauno è Bari, capoluogo regionale, al sosto posto della graduatoria pugliese, con un rischio commiserabile in 816 persone esposte alla possibilità di crolli e 13.144 senza tetto.
Gli eventi che hanno procurato a Foggia e a San Severo l’inserimento nella poco invidiabile classifica sono distinti e riguardano il terremoto che si verificò a Foggia il 20 marzo del 1731, che procurò la morte di circa 2.000 persone e rase a suolo praticamente tutto l’abitato. Fu classificato attorno al IX grado della Scala Mercalli (evento disastroso) e l’epicentro fu collocato tra Foggia e Cerignola. Il terremoto di San Severo, tra l’VIII e il IX grado della Scala Mercalli ebbe come epicentro proprio la cittadina dell’Alto Tavoliere e provoco uno tsunami classificato tra i cinque più disastrosi della storia italiana del secondo millennio. Le cronache riferiscono che il mare arretrò di tre, quattro chilometri, per poi riversarsi sulle coste del Gargano, distruggendo villaggi e inondando Lesina e Manfredonia.
Al terremoto di Foggia è legata anche la pia tradizione che vuole che in quella circostanza la Madonna dei Sette Veli, patrona della città, comprasse ai foggiani raccolti in preghiera per promettere che mai più nessun foggiano sarebbe stato ucciso da un terremoto. E così è stato.
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