Foggia ha corso il rischio di restare senza teatri. Sembra che il rischio sia stato esorcizzato, ma l’accaduto è sintomatico di una situazione di acuta difficoltà dei contenitori culturali cittadini. A rivelarlo è una nota del direttore artistico del Cerchio di Gesso e dell’Oda Teatro, Mario Pierrotti, che coglie l’occasione per svolgere una riflessione a trecentosessanta gradi sullo stato dell’arte del teatro a Foggia, segnalando un contesto assai poco incoraggianti.
“La chiusura al pubblico dell’Oda Teatro e i controlli al Teatro del Fuoco – scrive Pierrotti – hanno fatto temere che la città potesse restare senza contenitori culturali. Fortunatamente è stata risolta la situazione del Teatro del Fuoco ed è in via di risoluzione quella dell’Oda.”
Si è mossa tempestivamente l’amministrazione di Palazzo Dogana, evitando che potesse accadere il peggio: avesse chiuso i battenti anche il Teatro del Fuoco, il capoluogo dauno sarebbe diventato un deserto culturale e chissà per quanto tempo, visto che agli inizi di maggio, per effetto della riforme delle Province, l’esecutivo provinciale politico sarà sostituito da un commissario: “La provincia ha dichiarato – fa sapere ancora il direttore del Cerchio di Gesso – che farà i lavori necessari per poter richiedere i permessi mancanti, e per questo impegno vogliamo ringraziare il presidente Pepe e l’assessore Consiglio, soprattutto perché nonostante l’imminente chiusura politica dell’ente hanno preferito salvare una struttura che sarebbe divenuta l’ennesima cattedrale nel deserto. Con l’impegno della Provincia di Foggia, l’Oda continuerà ad esistere aldilà di chi lo gestirà. “
Pierrotti prende quindi le distanze dalle polemiche che si erano diffuse negli scorsi giorni a proposito di denunce presentate da altre compagnie foggiane che sarebbero all’origine dei controlli della Questura e dei Vigili del Fuoco: “In quanto responsabile della cooperativa teatrale Cerchio di Gesso, ribadisco la volontà di non voler scendere nelle polemiche avviate da qualche “maestro” su denunce o telefonate anonime, la polizia amministrativa e i vigili del fuoco fanno il loro dovere e speriamo continuino a farlo in tutti i settori.”
La preoccupazione di Pierrotti deriva da altri motivi: “il rischio reale resta per il Cerchio di Gesso che come tante altre imprese subisce la crisi economica e ritardi nei pagamenti, soprattutto dalla regione, che a causa del patto di stabilità che blocca le erogazioni; a ciò si aggiungono i mancati introiti per l’annullamento delle attività di stagione in corso.”
La necessità dei lavori di adeguamento dell’ODA Teatro provocheranno quasi certamente lo slittamento del nuovo bando per la gestione della struttura. La concessione decennale scade nelle prossime settimane ed a Palazzo Dogana avevano preparato la bozza del nuovo bando per la concessione. Ma vista l’indisponibilità della struttura è difficile che si faccia in tempo prima della scadenza. Sull’ODA Teatro, insomma, si prospetta ancora la possibilità di una vacanza gestionale, il che, a giudiziose del responsabile del Cerchio di Gesso “impedisce a suo modo ogni ipotesi di progettazione per la stagione prossima, non avendo certezze riguardo tempi necessari ai lavori in primis e ai vari permessi.”
Ma Mario Pierrotti non si arrende, anzi rilancia la sfida, annunciando che “il Cerchio di Gesso intende avviare iniziative culturali e di spettacolo auspicando il sostegno di enti, fondazioni, pubblico e cittadini , di tutti coloro che in questi giorni di grande tensione sono stati vicini e soprattutto hanno sostenuto l’idea che “ con piccole cose piccoli gesti non cambiamo il mondo ma seminiamo” come sosteneva il grande Martin Luther King.”
Dopo i rituali ringraziamenti “a chi in questi giorni ci è stato vicino, chi ha manifestato e chi si è dato disponibile a sostenerci ” Pierrotti conclude con un ironico ringraziamento agli “imbecilli di turno, imbrattatori di muri e non solo che agiscono solitari e al buio per non essere visti e al buio regalano in forma gratuita un incomprensibile parere… quanta poca fantasia e soprattutto quanto grigiore.”
L’amarezza di Pierrotti si riferisce ad alcune scritte offensive verso la compagnia, comparse sul muro di cinta dell’Oda Teatro, a firma di un’associazione politica foggiana.
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