Contenitori culturali e produzione di contenuti: i conti non tornano

È stato molto di più di un sasso gettato nell’acqua stagnante il commento di Fabio Prencipe sulla difficoltà di coniugare contenitori e contenuti che si registra nel panorama culturale cittadino e provinciale: un’autentica valanga di commenti e di discussioni su facebook (li pubblicherò nei prossimi giorni), ed alcuni interessanti commenti anche al post di Lettere Meridiane con il quale ho messo in evidenza il commento di Fabio.
Che la città si appassioni e si metta a discutere, quando si parla di cultura, è senz’altro un bel segnale. Resta comunque il problema denunciato da Fabio: è necessario che il territorio si attrezzi – oltre che per quanto riguarda i contenitori – anche per la produzione dei contenuti che servono a riempirli, a renderli economicamente compatibili con una situazione economica diffusamente critica.

Ninì Russo, promotore del gruppo facebook Civitas Troiana (uno degli spazi di discussione e di confronto più attivi a livello provinciale e non solo, scrive: “Mi piace trovarmi concorde con te e con Prencipe. Proprio qualche giorno fa affidavo a un commento su CIVITAS TROIANA XXI sec. analoga considerazione: “Se l’intervento di recupero di San Domenico (si tratta dell’antica sede municipale cittadina, ubicata in una posizione centralissima, proprio all’ingresso della cittadina, sulla strada che conduce a Troia da Foggia, n.d.r.) è nato da esigenze più o meno chiare, non sempre lo spessore strategico dell’uso è stato altrettanto nitido in un quadro di prospettiva da parte dell’Amministrazione, più incline a soffermarsi su necessità del momento o su valutazioni di opportunità di vario genere. Per i contenitori manca una figura che ne dia direzione e prospettiva. Tutto è affidato all’intuizione geniale di gente spesso incompetente”.
Davide Leccese, esponente di primo piano del mondo culturale cittadino (preside in pensione, è stato presidente del Consorzio per l’Università e in tempi più remoti assessore comunale alla cultura) scrive invece: “Sono costretto – mio malgrado – a fare il “passatista” e ad autocitarmi (una volta tanto). Quando ero Assessore alla Cultura al Comune le stagioni liriche e quelle di prosa erano programmazioni al top nazionale. Si privilegiavano i contenuti in contenitori tenuti come si deve e rispettati come luoghi di cultura. Qualcuno ricorderà, poi, che gli studenti erano ammessi – a titolo gratuito – alla prova generale delle opere liriche. Pienone sempre. Ma erano altri tempi!”
Erano altri tempi, ed anche altri bilanci per gli enti locali. Va detto comunque che si deve anche alla genialità del mai troppo lodato Enrico Sannoner (attuale presidente del Conservatorio Musicale Giordano ed allora direttore del teatro) se la struttura comunale riusciva ad allestire stagioni di ottimo livello, senza dissanguare le casse comunali.
Teresa Maria Rauzino giornalista e saggista interviene più direttamente sulla questione specifica dell’Oda Teatro: “Non direi che l’ODA Teatro di Foggia sia un mero contenitore, cui mancano i contenuti. La compagnia “Cerchio del Gesso”, che lo ha gestito in tutti questi anni, ha programmato spettacoli teatrali e manifestazioni di ottimo livello, e diversificati su vari target di pubblico.
Ha ospitato spettacoli di alto livello di gruppi teatrali provenienti da tutta Italia.
Coinvolte anche le scuole superiori di Foggia e di tutta la provincia, noi abbiamo gradito in particolare i matinée “Facciamo l’Italia!”, “Macbeth night” e “Amleto”. Queste rappresentazioni hanno colpito gli studenti per l’originalità della sperimentazione teatrale che ha colpito favorevolmente un pubblico giovanissimo che non aveva mai avuto modo di frequentare un teatro.”
Il confronto prosegue. Nei prossimi giorni pubblicherà tutti i (numerosissimi) contributi giunti su facebook sulla “provocazione” lanciata da Fabio Prencipe.

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Author: Geppe Inserra

2 thoughts on “Contenitori culturali e produzione di contenuti: i conti non tornano

  1. Letto il tuo commento, come post anche al mio, preciso che – tempi erano e tempi sono – pochi erano i soldi destinati alla Cultura. Ma noi (assessore e funzionati – Sannoner, Fazia, ecc. – ci si industriava per far fruttare quei pochi soldi. Come assessore – lo dico solo oggi – sono stato l'unico, nella storia amministrativa di Foggia – ad essere scelto per la ristretta Consulta Nazionale degli Enti Locali per la cultura. Ma a quei tempi valevano il "peso" specifico delle persone, non le targhette. Poi noi producevamo scenografie per la lirica e le vendevamo ai più famosi teatri d'Italia!!!

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