Rocco Draicchio è stato una persona splendida, un bravo musicista e un intellettuale di grande spessore. Il primo che in Capitanata abbia intuito le potenzialità di una politica di promozione culturale saldamente agganciata all’identità e alle radici del territorio. Suonava con gli Al Darawish quando un incidente lo ha strappato alla vita. Da qualche anno, aveva dato vita al Festival Folk di Carpino, riuscendo nella impresa (all’epoca veramente pionieristica) di ridare vigore e prospettiva a quel monumento della cultura immateriale del Mezzogiorno che è la tarantella garganica, e che proprio nel paese di Rocco trovava i suoi epigoni più importanti (ed allora semisconosciuti), i Cantori di Carpino.
Ho avuto la fortuna di essergli amico, la sua musica mi è rimasta nell’anima, ancora oggi ascoltare gli Al Darawish mi procura un’emozione profonda. Draicchio è scomparso il primo marzo di alcuni anni fa. Lo stesso giorno in cui un anno fa, scompariva un altro grande musicista profondamente legato al Gargano: Lucio Dalla
L’impareggiabile blog di Domenico Sergio Antonacci, Amara Terra Mia, celebra la ricorrenza pubblicando un documento eccezionale, di straordinaria suggestione. Si tratta della presentazione che qualche anno fa, nel 2000, il cantautore bolognese scrisse per Tuttogargano, la bella guida al promontorio pubblicata da Gaetano Berthoud, che ebbe molta intuizione nel sollecitare Dalla a scrivere del Gargano. [Nella prima versione di questo post avevo male interpretato l’origine dello scritto di Dalla, e chiedo scusa di ciò sia a Berthoud che ad Antonacci].
Nelle parole di Dalla riecheggiano parole, atmosfere, melodie, colori che hanno pervaso molte delle sue canzoni. Nel leggerle con profonda commozione, mi è parso di sentire delle note scendere da lassù… Lucio Dalla e Rocco Draicchio che le suonano insieme…
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