C’è un senso profondo nei primi otto anni (ufficiali) dei
Fratelli della Stazione, che coincidono con la festa dell’Amore e con giorni
epocali della Chiesa Cattolica, di penitenza, di speranza, di riscoperta di
dimensioni profonde riportate alla luce dal grande gesto di Benedetto XVI. C’è
quella Foggia che non t’aspetti e che spesso dimentichiamo, enfatizzando più l’annuncio
delle eventuali ronde dei commercianti del rione della Stazione, che non i
tanti piccoli e grandi gesti di solidarietà che permettono alla città di
sopravvivere, di aprirsi ad una dimensione multiculturale che deve fare
quotidianamente i conti con la povertà diffusa e la disperazione.
Fratelli della Stazione, che coincidono con la festa dell’Amore e con giorni
epocali della Chiesa Cattolica, di penitenza, di speranza, di riscoperta di
dimensioni profonde riportate alla luce dal grande gesto di Benedetto XVI. C’è
quella Foggia che non t’aspetti e che spesso dimentichiamo, enfatizzando più l’annuncio
delle eventuali ronde dei commercianti del rione della Stazione, che non i
tanti piccoli e grandi gesti di solidarietà che permettono alla città di
sopravvivere, di aprirsi ad una dimensione multiculturale che deve fare
quotidianamente i conti con la povertà diffusa e la disperazione.
Il senso profondo è che in una città che riesce ad esprimere
solidarietà (anzi, diciamola pure la parola vera, caduta un po’ in disuso: una
città che riesce a fare e dare carità…) la speranza continua ad avere diritto
di cittadinanza, diventa sentimento cui aggrapparsi per cercare di costruire un
futuro diverso, migliore.
solidarietà (anzi, diciamola pure la parola vera, caduta un po’ in disuso: una
città che riesce a fare e dare carità…) la speranza continua ad avere diritto
di cittadinanza, diventa sentimento cui aggrapparsi per cercare di costruire un
futuro diverso, migliore.
I Fratelli della Stazione hanno affidato allo “stato” di
Facebook la celebrazione virtuale dei loro primi otto anni e le loro parole
sono quasi una poesia: “8 anni dalla fondazione ufficiale dell’Associazione,
perché i Fratelli della Stazione sono nati ben prima, verso la fine degli anni
90. 8 anni di volti scavati dalla miseria e rinforzati dalla dignità. 8 anni di
sogni, progetti, speranze. 8 anni di mani tese, di latte e biscotti, di
coperte, di sorrisi donati e ricevuti. 8 anni di voglia di andare avanti,
malgrado tutto, nonostante sembriamo a volte lottare contro i mulini a vento,
ma la voglia non è svanita. 8 anni di una città bistrattata e criticata dai suoi
stessi abitanti, ma che è capace di stringersi attorno ai suoi poveri come
poche. 8 anni sono un punto di partenza, il bello deve ancora venire…”
Facebook la celebrazione virtuale dei loro primi otto anni e le loro parole
sono quasi una poesia: “8 anni dalla fondazione ufficiale dell’Associazione,
perché i Fratelli della Stazione sono nati ben prima, verso la fine degli anni
90. 8 anni di volti scavati dalla miseria e rinforzati dalla dignità. 8 anni di
sogni, progetti, speranze. 8 anni di mani tese, di latte e biscotti, di
coperte, di sorrisi donati e ricevuti. 8 anni di voglia di andare avanti,
malgrado tutto, nonostante sembriamo a volte lottare contro i mulini a vento,
ma la voglia non è svanita. 8 anni di una città bistrattata e criticata dai suoi
stessi abitanti, ma che è capace di stringersi attorno ai suoi poveri come
poche. 8 anni sono un punto di partenza, il bello deve ancora venire…”
Già. 8 anni sono tanti, tantissimi in una realtà in cui
molte cose durano soltanto lo spazio d’un mattino, e domina l’effimero. Una
ragione in più per festeggiarli, per condividere assieme ai Fratelli della
Stazione il senso profondo di un impegno che non s’arrende, premiato da quei sorrisi
dati e ricevuti, più che da riconoscimenti ufficiali. Grazie per ricordarci che
la solidarietà e la speranza esistono e resistono.
molte cose durano soltanto lo spazio d’un mattino, e domina l’effimero. Una
ragione in più per festeggiarli, per condividere assieme ai Fratelli della
Stazione il senso profondo di un impegno che non s’arrende, premiato da quei sorrisi
dati e ricevuti, più che da riconoscimenti ufficiali. Grazie per ricordarci che
la solidarietà e la speranza esistono e resistono.
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