Ha vinto Grillo, ha perso la politica dell’inciucio

Col senno di poi ha avuto ragione Girolamo Arciuolo, che nelle sue sempre intelligenti riflessioni su Lettere Meridiane aveva indicato con nitidezza il limite intrinseco del centrosinistra (ma sarebbe forse meglio dire del Pd): la riduzione della politica a tecnicismo (variante nobile dell’inciucismo) che non esercita alcun appeal sull’ellettorato.
Il commento di Arciuolo al voto è lapidario ma preciso: “Il dato ha una sua chiarezza. Berlusconi non ha vinto. ma non ha vinto neppure Italia bene Comune. ha vinto solo il Movimento 5 Stelle. Il risultato del centrosinistra è il frutto di anni e anni di inciuci e di politicismi.”
Paradossalmente, ma non troppo, la stessa tesi viene sostenuta dall’anonimo lettore, presumibilmente sostenitore di Beppe Grillo, che così ha commentato il post in cui ho analizzato l’esito del voto. Replicando direttamente al titolo, volutamente provocatorio, del post, “Perché Grillo stravince a Foggia, ancora di più che altrove” il lettore scrive: “Perché l’aria lasciata, sia dalla sinistra che dalla destra, sa di tanfo. La città si è svegliata perché offesa nell’animo.”

Sostiene invece Umberto Romaniello, intervenendo direttamente su Facebook: “Il merito non è affatto di Grillo, secondo me c’è solo da prendere atto del demerito di una classe politica italiana (e locale ancor di più) che ha fallito su tutti i fronti. D’altro canto Grillo resta quello che è e non propone soluzione alcuna, ha mirato solo a sfasciare il sistema con la chiave del malcontento generale e del populismo mi ricorda quanto accadde con l’Uomo Qualunque)… ora, solo ora, potremo saggiare il vero peso, la qualità politica di questo movimento mediatico made in Casaleggio Store.”
Alberto Mangano, opinionista e storico foggiano, in campagna elettorale non aveva fatto mistero di tifare per il Movimento del comico genovese. Affida il suo commento allo stato di Facebook sottolineando come la vittoria in provincia di Foggia sia stata ottenuta senza neanche un candidato locale (ed è effettivamente un dato che dovrebbe far riflettere moltissimo): “Finalmente con un Movimento 5 Stelle che vince senza un candidato locale, qualcuno può essere orgoglioso, una volta tanto, di essere foggiano.”
In rete c’è anche chi comincia a riflettere sulle prospettive che il risultato del voto lascia schiudere, in un paese ingovernabile. Nel suo stato, Gianni Pellegrini, docente ed artista foggiano scrive: RISULTATO? Paese ingovernabile perché questa legge elettorale è una “porcata”, come ebbe sfrontatamente a dichiarare al Tg1 sera il suo disgustoso inventore: Calderoli. E pensare che la Lega, pur essendo razzista e antimeridionale, arrivò in Parlamento con uno tra gli slogan più belli: “contro la partitocrazia”. Salvo poi appunto redigere, anni dopo, la legge più partitocratica della nostra storia. Il meccanismo di attribuzione dei seggi, meccanismo fortemente diversificato tra camera e senato, poi, complica e peggiora le cose ancora di più. Nessuno può governare, nessuno. Né Grillo né Berlusconi né Bersani né tantomeno Monti.  E per inciso: in Tv fioccano i commenti su Grillo e sui suoi eletti come se fossero il male assoluto, o l’incompetenza assoluta, o qualcosa da combattere come la peste. Eccoli qua i motivi dell’affermazione di 5stelle: l’inettitudine e la presunzione dell’intero arco costituzionale, l’offesa sistematica di chi ha votato per Grillo (e io NON sono tra questi, sia chiaro), la conseguente mancanza i rispetto non solo per gli eletti di Grillo, ma anche per gli elettori, ossia circa un italiano su tre. In bocca al lupo, e cambiateci sta legge elettorale…
Anche Chiarastella Fatigato riflette sul senso dell’affermazione del Movimento 5 Stelle: “Se la gente ha votato Grillo (e neanche io sono fra questi) sarà un segnale o no? Per una volta le segreterie del Pd e di Sel vogliono prendersi le proprie responsabilità per una debacle del genere?”

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Author: Geppe Inserra

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