Evviva la carta / Perché i giornali locali sono necessari

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Uno dopo l’altro i periodici locali della provincia di Foggia stanno chiudendo. Se ne vanno i bei giornali di una volta, di carta, che quando li sfogliavi sentivi la fragranza dell’inchiostro fresco, che lasciava presagire la fragranza delle notizie. Fresche di stampa, appunto.
Di questo passo un giorno sarà impossibile sfogliarli, se non in qualche emeroteca. Che peccato, perché leggere un giornale locale è diverso dal navigare su un sito un sito, o su un blog. Nel web cerchi qualcosa e il motore di ricerca ti conduce subito a destinazione. Leggi la notizia che ti premurava, al massimo la confronti con qualche altra fonte, e la cosa finisce lì
Si perdono le relazioni – gli esperti direbbero i metadati – che solo un giornale è in grado di offrire. Un giornale è in grado di raccontare un sacco di cose, al di là delle notizie che vi sono stampate. 
Vi suggerisco un esperimento. Se vi trovate in una città per la prima volta, comprate il giornale locale. Leggetelo tutto, rubriche e inserzioni pubblicitarie comprese. Alla fine, vi accorgerete di conoscere quella città prima d’allora ignota: se la gente va a cinema, se frequenta mostre d’arte, quali sono le principali attrazioni, dove trascorrere la serata, e così via.
Un giornale che resiste, in provincia di Foggia, nonostante la crisi diffusa della carta stampa è Fuoriporta, periodico indipendente di Vico del Gargano diretto da Michele Lauriola, moderno epigono dell’antica figura di giornalista, editore, tipografo. Un modello nel suo genere perché è di carta, ma perfettamente integrato con le nuove tecnologie. È infatti disponibile per il download l’edizione digitale (se vi va potete scaricare qui l’ultimo numero, di gennaio 2013) e c’è un sito web che offre ai lettori informazioni più fresche ed aggiornate rispetto al giornale stampato, che ha cadenza mensile e viene distribuito gratuitamente, anche nella sua versione cartacea.

Se volete provare l’esperimento di cui vi dicevo prima, provate proprio con Fuoriporta.

Il discreto numero di inserzionisti pubblicitari rivela a prima vista che si tratta di un periodico profondamente radicato nella sua città: quando si parla di informazione locale, l’inserzione pubblicitaria di un esercizio commerciale o un’impresa non è soltanto un investimento, ma un segno di affetto, di stima verso chi contribuisce ad informare la città.
Il numero di gennaio è stato pubblicato interamente a colori perché Fuoriporta ha festeggiato i suoi primi dieci anni di vita, che sono tantissimi vista l’epoca digitale in cui viviamo. Il decennale è stato celebrato con la pubblicazione di un libro ed una serata commemorativa nel corso della quale è stato ricordato, tra gli altri, Filippo Fiorentino, preside e straordinaria figura di intellettuale del Gargano. Purtroppo nell’editoriale il direttore Lauriola annuncia un suo possibile congedo, e sarebbe un vero peccato se l’esperienza di Fuoriporta non dovesse continuare.
A sfogliarlo si ha la conferma dell’importanza, starei per dire addirittura della necessità dell’informazione locale, di iniziative come il periodico di Vico. Tanti articoli di opinione e di cronaca politica locale. Ma sono le rubriche a svelare il profondo radicamento con la cittadina. Una pagina è dedicata alla poesia, e vi si legge una bella lirica in dialetto di Nicola Angelicchio. Un’altra al mercatino, piccoli annunci commerciali che rivelano una notevole vivacità civile. Ma la pagina che mi ha maggiormente emozionato e commosso è quella dedicata alla rubrica Il ricordo non muore mai: non sono semplici necrologi, ma racconti di vite interrotte, testimonianze di affetto di chi è rimasto verso chi se n’è andato.
Pensateci: le commosse parole dedicate ai defunti resteranno per sempre, scolpite nella carta, custodite negli scaffali della importante biblioteca di Vico (alla quale dedicherò un post a parte). Quel ricordo non morirà proprio mai, perché i posteri potranno un giorno leggerlo. Non sarà la stessa cosa per le parole digitali, spesso effimere, dei social network. Ecco perché i giornali locali sono necessari.

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Author: Geppe Inserra

1 thought on “Evviva la carta / Perché i giornali locali sono necessari

  1. Scopro "Lettere meridiane" con immenso piacere e non certo per la gradita testimonianza a "favore" di Fuoriporta.
    Ho conosciuto Beppe Inserra grazie al cinema, a qualche amico comune che frequentava Palazzo Dogana, e alla sua fama. Ne avevo sentito parlare (bene) nell'ambiente giornalistico foggiano e anche in provincia. Sono proprio contento, un sabato sera che non dimenticherò, per lo sprone e l'iniezione di fiducia profusa nelle giuste dosi. E' molto difficile, di questi tempi ancor di più, essere una voce indipendente e per lo più soggetta a qualsiasi genere di "ripercussioni". Fare il "free" è da coraggiosi autentici ma non da eroi. Si potrebbe fare di più, ma tentiamo di fare meglio.
    Con sentimento ed autentica passione, gentile dott. Inserra, ho interpretato la sua "recensione", allo stesso modo, con il cuore del garganico verace, le auguro di continuare imperterrito a "raccontare" con la virtualità di una tastiera e la complicità del web, che ha nella sua universale fruizione, la vera forza, tutto ciò che la sensibilità e la capacità del professionista autentico, "gustosissime lettere meridiane".
    Con stima.
    michele lauriola

    P.s. Appena possibile le farò avere il libro del decennale con il DVD contenente i 112 numeri in PDF editi da luglio 2002 a luglio 2012.

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