Raffaele Vigilante |
Non si è fatta attendere la reazione delle associazioni ambientaliste e della società civile alla bufala del pozzo petrolifero che sarebbe in funzione alle Tremiti, messa in giro del presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli.
Nel corso di una intervista rilasciata al quotidiano torinese La Stampa Tabarelli aveva in un certo senso “dato i numeri” sostenendo, all’interno di una visione complessivamente favorevole all’incremento della produzione petroliera nazionale, l’esistenza di un fantomatico pozzo tremitese: “In un secolo e mezzo in Italia sono stati perforati 7 mila pozzi, di cui 800 ancora attivi. Persino alle isole Tremiti, dove ci sono resistenze a trivellare, c’è già un pozzo, attivo dal 1962 senza danni per l’ambiente. La produzione italiana potrebbe facilmente raddoppiare, proprio come prevede la Strategia energetica nazionale, semplicemente perforando dove già si sa che il petrolio c’è. Invece è tutto bloccato”. Fosse stata vera, la cosa, il pozzo tremitese avrebbe avuto un particolare valore simbolico, per il contesto in cui l’affermazione è stata collocata. Come a dire: ma che protestate a fare, dal momento che già da cinquant’anni il petrolio viene estratto nell’arcipelago?
Ma si tratta di una vera e proprio bufala. L’inesistenza del pozzo citato da Tabarelli è stata immediatamente evidenziata da Lettere Meridiane e dal Quotidiano di Foggia, e non si sono fatte attendere le prese di posizione delle associazione e dei movimenti della rete che si oppone alle trivelle.
Il coordinatore del Movimento No Triv Adriatico e Ionio, Raffaele Vigilante (nella foto) va giù pesante contro questo episodio di cattiva informazione: “Il Presidente di Nomisma Energia dice che alle Tremiti è attivo un pozzo di petrolio dal 1962, attendiamo smentita ufficiale altrimenti fioccheranno le denunce”, scrive Vigilante sulla sua pagina di Facebook.
In una nota inviata alle redazioni televisive e della carta stampata, Vigilante ribadisce: “Il pozzo indicato da Tabarelli non esiste. In realtà, la Montedison, nel 1962 chiese un permesso per scavare un pozzo esplorativo, denominato ‘Tremiti 001′, sulla terraferma dell’arcipelago. Le perforazioni, eseguite dalla Montecatini e coordinate dal geologo Casnedi, proseguirono, da aprile a settembre 1962, esplorando fino a 535,7 metri di profondità, senza risultato. Il pozzo venne classificato ‘sterile’. “
“Davide Tabarelli – aggiunge Vigilante – si schiera chiaramente con la politica delle autorizzazioni alla ricerca del petrolio e del gas italiani, ‘nel rigoroso rispetto dell’ambiente ma senza cedimenti verso quella sindrome che in America chiamano «nimby»’ (not in mybackyard, cioè «non nel mio cortile»), riferendosi apertamente ai comitati del ‘No’. “
“Comprendiamo e rispettiamola la posizione di Tabarelli, collocata a favore dell’incremento della produzione petrolifera nazionale, per noi non condivisibile – conclude il coordinatore del Movimento No Triv Adriatico e Ionio – e attendiamo una rettifica sull’esistenza del fantomatico pozzo, attivo dal 1962 senza danni per l’ambiente.” Un pozzo che, come abbiamo già chiarito ieri, non è mai esistito.
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