Non ho capito molto la richiesta di dimissioni del rettore Volpe da parte di alcuni studenti. E ho capito ancora meno l’enfasi con cui diversi organi d’informazione hanno sottolineato la notizia. Da che mondo è mondo gli studenti contestano ed è sacrosanto che lo facciano, ma mi pare esagerato sbattere le proteste in copertina, sottraendo righe all’evento vero, la cerimonia inaugurale dell’anno accademico e il bel discorso di Piero Angela.
Fossi uno studente dell’Unifg (uh, che bello sarebbe, quante primavere in meno, e tutte le possibilità ancora davanti) sarei ben contento che il “mio” rettore finisse in Parlamento, a difendere il “mio” diritto alla conoscenza, allo studio, alla cultura, sempre più oltraggiato nel nostro Bel Paese. Tanto più se si tratta di uno come Giuliano Volpe, che è per molti versi un simbolo delle potenzialità inespresse di questa terra: un umanista che guida l’ateneo di un’area che ha la sua risorsa essenziale e misconosciuta nel paesaggio, nel passato, nella cultura, che è essa stessa ombelico e icona di un Mezzogiorno che “potrebbe, potrebbe”, ma resta legato al palo dai suoi vizi atavici.
Tra i più gravi di questi vizi c’è l’autolesionismo, la tendenza a farsi autogol.
Riflettiamo. Per una fortunata serie di congiunzioni astrali, il porcellum questa volta sembra aver fatto un favore alla provincia di Foggia che potrebbe contare su una rappresentanza parlamentare quanto mai ampia e qualificata considerate le posizioni favorevoli conquistate nelle liste da diversi candidati, sia per effetto delle primarie, sia per le scelte autonome dei partiti: lo stesso Volpe in Sel, Bordo, Gentile, Scalfarotto e Mongiello nel Pd, sul fronte centrista Di Gioia nella lista Monti e Cera nell’Udc. Speriamo che altrettanta considerazione verso la Puglia settentrionale dimostri il Pdl, che nelle passate elezioni si dimostrò piuttosto avaro verso i candidati foggiani.
Poter contare in Parlamento su una rappresentanza di alto profilo, dovrebbe essere un interesse generale, al di là delle appartenenze politiche. Non è questione di destra, o di sinistra. Ecco perché certe polemiche sono autolesionistiche.
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