Il caso Mongiello e le primarie, vince il “politicismo”, perdono gli elettori

Prima blindate, poi sterilizzate, alla fine avvelenate. Non sono state una bella storia, sia le primarie del Pd che quelle di Sel. Si sta andando a finire a torte in faccia o quasi. Il progetto era di usarle come antidoto ai guasti del porcellum, restituendo agli elettori la possibilità di scegliersi i candidati, ma le cose non sono andate come si sperava. La politica alla fine ha reclamato il suo spazio, lo ha rivendicato, lo ha occupato.
Il caso più emblematico ed amaro di tutti riguarda proprio la provincia di Foggia: il ricorso presentato dalla senatrice uscente Colomba Mongiello che sulla griglia di partenza è stata costretta a perdere due posizioni, passando dal tredicesimo al quindicesimo posto, a vantaggio di un altro foggiano che vive però da tempo a Milano, come Ivan Scalfarotto, e di Alberto Losacco, parlamentare uscente così come la senatrice foggiana, che però non aveva ritenuto di doversi sottoporre alle primarie. 
È andata appena meglio all’altra candidata del Pd foggiano, l’assessora regionale Elena Gentile, collocata al sesto posto della lista al Senato grazie alla valanga di voti che l’hanno portata ad essere tra le donne del Pd più votate in Italia. Ma all’ultimo momento ha dovuto guardarsi le spalle dal possibile sorpasso del rettore di Bari.

Le ferite in seno al Pd sono profonde, vista anche la presa di distanza operata dal segretario provinciale Paolo Campo nei confronti di Colomba Mongiello. Comunque si voglia rigirare la frittata, sono stati mortificati i voti dei 5.670 elettori del Pd che avevano tributato il proprio consenso alla Mongiello, riconoscendole il ruolo svolto in questi anni a sostegno di un settore portante dell’economia pugliese, quale l’agricoltura. La quindicesima posizione nella lista regionale sa di beffa, perché cinque anni fa venne occupata proprio del primo dei non eletti del Pd. Questa volta secondo le previsioni le cose dovrebbero andare meglio, e quindi il ritorno a Palazzo Madama dovrebbe essere comunque possibile. Ma si tratta di una brutta storia, ed ha ragione a lamentarsene la senatrice, che non ha usato mezze parole: “Aver paracadutato Losacco e Scalfarotto nella lista pugliese in una posizione privilegiata è il tradimento dello spirito delle primarie, oltre alla violazione del regolamento per le candidature che della deliberazione della Direzione regionale del PD”. 
Ai voti sbiaditi degli elettori che hanno sostenuto la parlamentare foggiana si aggiungono quelli, addirittura cancellati, espressi dagli elettori di Sel che si erano recati nel seggio della città capoluogo, in piazza della Croce, annullati dall’organismo regionale di garanzia: sono costati caro al consigliere regionale Arcangelo Sannicandro che sta facendo fuoco e fiamme. 
Se tutto questo doveva servire ad attenuare gli effetti perversi del porcellum, è successo l’esatto contrario.
Hanno avuto buon fiuto, due attenti osservatori e lettori di Lettere Meridiane, che negli scorsi giorni avevano commentato i nostri post dedicati ai poco edificanti accadimenti delle primarie. È il trionfo del politicismo ripetutamente stigmatizzato da Girolamo Arciuolo che nel suo commento invita ad utilizzare la campagna elettorale per riprendere a ragionare seriamente sul futuro della nostra terra: “ma perché in Provincia di Foggia il politicismo trionfa anche in un momento nel quale la Politica ha ripreso a macinare discussione sui temi? oramai tutti sono consapevoli che occorrono significativi cambiamenti di ordine strutturale, che va cioè modificata la struttura agricola e industriale del paese e quelle della pubblica amministrazione e dei servizi in maniera conseguente. ma in Provincia di Foggia un tale dibattito è praticamente assente”. Per la verità Arciuolo ha svolto anche alcune altre interessanti riflessioni nel suo commento, sulle quali torneremo senz’altro. 
Più lapidario e come sempre intelligente le osservazioni di Ninì Russo: “con l’apparato che colonizza le primarie e le usa per legittimarsi, valeva lo stesso la pena di andare a votare? Per gente che se non è sconosciuta è fin troppo conosciuta? Secondo me sì, è un precedente. I precedenti sono importanti. Potrei anche spendere qualche parola in difesa dell’apparato che alla fine ci ha lasciato un partito in grado di organizzarsi nell’emergenza e provare a vincere. Mi piacerebbe che il PD senza dubbio non perfetto, senza dubbio perfettibile, vincesse le elezioni. Dopodiché si può discutere di tutto.”
C’è da sottolineare che sia Arciuolo che Russo scrivevano prima del bailamme prodotto dalla definizione ufficiale della liste. I fatti gli hanno dato ampiamente ragione.

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Author: Geppe Inserra

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