Vittorio Cosimo Nocera è stato per la mia generazione il campione, il bomber che potevi vedere e toccare con mano. Il calciatore che scaldava come nessun altro lo stadio che era allora fatto di tubi innocenti e quando saltellavamo in ventimila ti sentivi come il soldato di un esercito in corsa, ed assediavi pure tu la squadra avversaria, quando i Satanelli andavano all’attacco.
Se giocava lui, il Foggia non aveva avversari, poteva battere chiunque.
Non è vero che il pallone è l’oppio dei popoli. Non a Foggia, almeno, e non in quegli anni radiosi. Me l’ha insegnato un giornalista raffinato ed attento come Gaetano Matrella: il calcio è l’orgoglio di un a città stremata dalla storia.
Questo undici ha scritto la pagina più bella della storia rossonera, il 31 gennaio del 1965, quando i rossoneri affrontarono allo Zaccheria l’Inter campione d’Europa e del Mondo di Helenio Herrera. Racconta la leggenda che il giorno prima i nerazzurri erano andati a trovare Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Il santo frate li aveva ricevuti e benedetti ma salutandoli si era lasciato andare ad un pronostico: “Che siete venuti a fare? Tanto domani perdete.”
Ebbi modo di conoscerlo personalmente, al Lido Acqua di Cristo, in quel di Manfredonia. Quel giorno una bizzarra onda anomala venne ad infrangersi sulla battigia, lo vidi come un segno del destino. Lui fece spallucce, attribuendo la responsabilità ad un improbabile sommozzatore. Mi stupì però la sua tranquillità, e compresi perché era in grado di piegare le mani ai portieri avversari, con quei suoi tiri improvvisi e violenti. Era il tiro – fondamentale oggi in crisi – il pezzo migliore del suo repertorio e la manifestazione della sua classe.
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Ringrazio per le commoventi parole dedicate a mio padre e sono felice che il suo nome rimene vivo nel cuore di tutti i foggiani e di tanti tifosi, questo articolo mi ha commosso in modo particolare e ringrazio ancora chi sta collaborando per far si che il nome di mio padre rimarrà sempre impresso nel cuore di una città che gli ha dato tanto. In questi giorni é stata protocollata al comune di foggia ,una richiesta da parte di alcune associazioni , per intitolare un settore dello stadio a mio padre. Sono felice per l'iniziativa proposta ma vi prego , se desiderate veramente incidere il nome di mio padre su un angolo della ns città che sia all'interno dello stadio perché il suo cuore e la sua anima sono sicuramente all'interno di quello stadio che gli ha dato tanta gioia e tanto dolore ,anche se non riusciremo a incidere il suo nome sono certa che mio padre sta là , girando per lo stadio a gridare gioire e tifare sempre Forza Foggia ! Ringrazio tutti Giusy Nocera
Non lo sapevo che era morto il grande Nocera io lo vedevo spesso io lavoravo fioraio a fianco negozio della mamma che vendeva trippa .ci sono rimasto male anche io ero un suo tifoso.r.i.p.sono una persona di 63 anni.