Riprendo il graditissimo messaggio pubblico che il rettore dell’università di Foggia, Giuliano Volpe, ha depositato sulla mia pagina di Facebook, assieme al commento di Nicolangelo De Bellis, imprenditore del settore della comunicazione.
Lungi da me ogni tentazione di autoreferenzialità o peggio ancora di autocelebrazione: non c’è nulla di peggio, per chi cerca di comunicare, del parlarsi addosso.
Ma i simpatici messaggi di Volpe e De Bellis meritano qualche ulteriore riflessione sul senso di Lettere Meridiane e più in generale sul senso della comunicazione. O più precisamente sulla necessità di una diversa comunicazione in un territorio che sta attraversando una crisi così nera come il nostro.
Il Rettore scrive a proposito del post (pubblicato sotto forma di articolo anche sul Quotidiano di Foggia) in cui difendevo la sua posizione in merito alla classifica pubblicata dal Sole 24 Ore, che aveva bocciato l’ateneo foggiano per il rapporto tra la spesa del personale e quella totale, ritenendola troppo elevata.
La mia tesi è che la qualità dell’insegnamento e l’offerta di conoscenza non possono essere misurate con le cifre. La tesi di Volpe è che a penalizzare la sua università non sono le uscite ma le (scarse) entrate.
Scrive il Rettore: “Leggo oggi sul Quotidiano di Foggia un articolo di Geppe Inserra sull’Università e lo scontro con il Sole24Ore. Ringrazio Geppe per l’analisi e per il sostegno convinto e mi congratulo con lui, non solo per tutte le attività culturali che promuove, per questa azione di voce critica, colta, pacata e appassionata, ora anche con il suo blog.”
Nicolangelo De Bellis è una persona che si occupa professionalmente di comunicazione: guida l’HGV di San Severo, una delle più qualificate aziende del settore in Puglia. “Ho letto – scrive De Bellis – il commento di Geppe all’articolo sull’università fatto dal Sole 24ore e non posso che condividerlo. Mi piacerebbe che altre persone facessero sentire la loro voce a sostegno degli ultimi baluardi delle nostre precarie istituzioni. Complimenti a Geppe e auguri a Volpe che sta sul fronte tutti i giorni.”
La ragione che mi ha spinto a correre il rischio dell’autoreferenzialità e a pubblicare i due commenti è proprio quella evocata da De Bellis: sarebbe il caso che che “altre persone facessero sentire la loro voce a sostegno degli ultimi baluardi delle nostre precarie istituzioni”.
Ma ben poche voci si sono levate. Perché? “Abbiamo preso l’abitudine di misurare tutto, di applicare parametri a tutto e a tutti, di formarci opinioni e di esprimere giudizi sulla scorta dei criteri stabiliti dai padroni del vapore”, scrivevo nel mio post. Non siamo più abituati a pensare, ci lasciamo soverchiare dalla comunicazione di massa. È il pensiero che produce l’opinione. Il problema non sta tanto nei numeri pubblicati dal Sole 24 Ore, ma piuttosto nella interpretazione che se ne dà. Per me sono la conferma che la questione meridionale è ben lungi dall’essere risolta, ma il peggio è che ci stiamo rassegnando ad essere gli ultimi.
Il pensiero produce opinione, e tante opinioni concorrono a formare quella opinione pubblica che è poi in grado di dare un senso diverso alla vita civica. I cittadini che non riflettono sono sudditi e basta. Lettere Meridiane cerca di essere un antidoto alla crisi del pensiero. Ma non è forse anche per questo che siamo ultimi?
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Caro Geppe, come sempre, anche questo commento è acuto, intelligente e condivisibile. Hai indicato uno dei problemi essenziali: la mancanza di una vera opinione pubblica a Foggia, come effetto della mancanza di opinioni manifestate dai singoli, se escludiamo il chiacchiericcio (anche sul web), le polemiche, gli insulti e, d'altra parte, il piacere provato quando un altra persona o istituzione è in difficoltà. Un caro saluto.