Una petizione on line per salvare il Centro di Medicina Sociale

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 Non è la prima
volta che gli utenti e gli operatori del Centro di Medicina Sociale degli
OO.RR. di Foggia sono costretti a difendere con le unghie e con i denti il loro
diritto alla sopravvivenza. E’ successo già tante altre volte, nella lunga e
gloriosa storia di questo presidio contro i disagi di ogni tipo, una storia che
è, in se stessa, un’amara conferma di quanto sia vero l’adagio che vuole che
nessuno sia profeta in patria.
Le teorie e l’approccio terapeutico senza farmaci ai disagi
di cui è stato pioniere e tenace fautore Mariano Loiacono, psichiatra e da
sempre direttore del Centro  hanno
ottenuto riconoscimenti e benemerenze in mezzo mondo, e spesso il nostro
giornale ne ha dato conto. Non sempre, però, il territorio ha avuto nella
stessa considerazione l’attività di Loiacono e del suo Centro: basta ricordare
il braccio di ferro che – anche in quella occasione – gli operatori e gli
utenti hanno dovuto ingaggiare con l’Università, che intimava lo sfratto,
essendo il Centro di Medicina Sociale ormai l’ultimo “pezzo” rimasto in via
Arpi di quella che era una volta la prima e vecchia sede dei Riuniti.
Adesso, però, la storia del Centro sembra essere davvero
giunta ad un bivio, tale da mettere in discussione la sopravvivenza stessa del
servizio. A fine ano Loiacono andrà in pensione, e non ci sono altri medici che
possano raccoglierne l’eredità. In questi anni, lo psichiatra è stato
validamente coadiuvato dal dott.Giovanni Chiariello, che è medico responsabile
del reparto, ma con un contratto a tempo determinato, il cui rinnovo è in
forse.
Contro la paventata chiusura del Centro, si sta  però mobilitando la rete spontanea che
in questi anni è nata tra gli assistiti, gli operatori e quanti hanno comunque
frequentato e condiviso le numerose iniziative ed i numerosi progetti che in
questi anni sono stati promossi da Loiacono, dal Centro e dalle diverse
associazioni che vi fanno riferimento.
C’è una petizione on line promossa da Naima, una infermiera
in servizio presso il centro, che si rivolge direttamente al governatore
regionale pugliese, Nichi Vendola, sollecitando il suo intervento per scongiurare
la chiusura del centro.
“Il nostro Centro di Medicina Sociale, appartenente alla
Neuroscienze dell’azienda Universitaria dell’ Ospedale “OO. RR.” di
Foggia, da oltre 36 anni, si è occupato di disagio diffuso prevenzione e cura,
agendo nell’ ambito psichiatrico, della tossicodipendenza e alcoldipendenza
senza l’utilizzo di psicofarmaci. Grazie al Metodo alla Salute in una struttura
pubblica e soprattutto grazie al contributo di volontari, ora però – scrive
l’operatrice – rischia la chiusura a causa del mancato rinnovo della figura
medica che da circa 8 anni affiancava il dirigente Mariano Loiacono.”
Naima ricostruisce quindi sinteticamente la storia ormai
pluriennale del centro, che fu tra i primissimi presidi pugliesi ad occuparsi
di lotta alla tossicodipendenza, quando ancora non esistevano né i Cmas, né i
Sert: “Mettendosi in gioco per primo, ha scelto la struttura pubblica come base
operativa ha creato e lottato sino ad ora per sostenere il “metodo alla
salute”, una nuova teoria-prassi che si propone di riportare le persone in
vita, svegliarle dal loro guscio fatta di relazioni morte, spingerle a
valorizzare l’ inedito e la specificità che solo loro rappresentano, portarle a
sviluppare competenze per viaggiare da sole e a partire da sé. Il Lavoro del
dr. Loiacono, caratterizzato da un impegno esclusivo presso una struttura
pubblica, si presenta come un’interessante alternativa, non solo terapeutica,
ma anche di valutazione ed interpretazione della malattia mentale, rispetto ai
modelli psichiatrici convenzionali. Il Centro di Medicina Sociale, operativo
dal 1977, ha in trattamento sia persone asintomatiche, cioè che non presentano
alcun sintomo evidente ma vogliono iniziare un percorso di crescita personale,
sia persone con dipendenza da sostanze psicoattive (legali e non, compreso
l’uso ”terapeutico” di psicofarmaci) sia con problematiche di dismaturità,
sindromi psicotiche e border-line, depressioni, disturbi dell’alimentazione,
caratterialità, conflittualità sociale e istituzionale, eccetera.”
Basterà la petizione ad aprire una breccia in quello che
sembra essere il destino già segnato del Centro? Speriamo di sì. Chi volesse
sottoscriverla, può farlo all’indirizzo web http://www.petizionepubblica.it/? pi=P2012N28756.

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Author: Geppe Inserra

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