Nessuno parla più dell’authority per la sicurezza alimentare, che tante speranze aveva acceso qualche anno fa. Il parlamento la istituì formalmente (quando alla presidenza del consiglio dei ministri c’era Romano Prodi) , e decise di localizzarla a Foggia, ponendo fine ad un lungo tira e molla tra le diverse città (Torino, Palermo, Verona e la stessa Parma, che già ospita l’agenzia europea per la sicurezza alimentare) che avevano avanzato la loro candidatura.
Il decollo di quello che sarebbe stato il primo organismo nazionale con sede a Foggia sembrava veramente dietro l’angolo. Il parlamento aveva anche stanziato i soldi necessari per l’insediamento e l’avvio delle attività. Poi la doccia fredda. Forse a causa della mai sopita ostilità della Lega Nord alla scelta del vecchio parlamento, che aveva preferito Foggia a Verona, l’agenzia nazionale per la sicurezza alimentare finisce in un elenco di enti inutili, da sopprimere, senza che il parlamento sia messo neanche nelle condizioni di discutere la vicenda. Pur di non darla vinta al Mezzogiorno, alla Puglia, a Foggia, il governo Berlusconi, del tutto egemonizzato dalla Lega Nord, che vedeva all’allocazione dell’agenzia nel capoluogo dauno come il fumo negli occhi preferì cassarla cancellarla, affidando al ministro per la Semplificazione Calderoli, guarda caso leghista anche lui, il compito di sopprimerla definitivamente.
Correva la primavera del 2012, e la notizia si seppe quasi per caso, senza che vi fosse stata neanche una formale comunicazioni agli enti che si erano battuti perché l’authority foggiana spiccasse il volo: tra questi c’era l’università di Foggia che non aveva esitato a mettere a disposizione dell’istituenda agenzia alcuni locali. La brutta notizia si apprese grazie al ministro per la Salute, Fazio, che rispose ad una sollecitazione che gli era stata rivolta dalla senatrice foggiana, Colomba Mongiello affinché venisse accelerato l’iter istitutivo dell’authority.
Da allora, non si è saputo più nulla o quasi, salvo un piccolo spiraglio aperto verso la fine dello scorso anno dal ministro per le Risorse Agricole, Mario Catania, particolarmente attento alla necessità di adeguare la situazione italiana agli standard europei. Pur ospitando la sede dell’agenzia europea, l’Italia è tra i pochi paesi comunitari a non essersi dotato di quella nazionale, che dovrebbe fungere da interfaccia con l’Efsa di Parma. Forse che la rete di istituzioni locali, organizzazioni di categoria, associazioni che qualche anno fa riuscì a fare il necessario pressing sul governo e sul parlamento ha gettato la spugna.
Sembrerebbe proprio di sì, ed è un peccato, perché per la istituzioni dell’authority potrebbero riaprirsi i giochi. A breve.
In un articolo di qualche giorno fa Il Fatto Alimentare – sito specializzato nelle questioni del settore – dà notizia, in un articolo di Roberto La Pira, che negli ambienti del Ministero della Salute (cui spettano le competenze in materia di sicurezza alimentare) “nelle ultime settimane il tema dell’Agenzia è stato ripreso e non si esclude di portare avanti il progetto affidando all’Istituto superiore di sanità il coordinamento. Molto dipende però dalla persona che tra poche settimane sarà nominata a ricoprire il ruolo di presidente dell’ISS.”
L’articolo (che si può leggere integralmente in questa pagina web) è intitolato “Al Ministero si parla di Agenzia per la sicurezza alimentare. Molto dipende dal nuovo presidente dell’ISS”, e La Pira ricostruisce molto bene la vicenda scrivendo: “Risale a due anni fa la decisione del ministro Giulio Tremonti di cancellare i fondi destinati all’Agenzia per la sicurezza alimentare che doveva sorgere a Foggia. Come capitava spesso con il governo precedente, la notizia venne occultata per diversi mesi.”
“Da allora – aggiunge il redattore de Il Fatto Alimentare – l’argomento è stato accantonato, anche per non contrapporsi ai Ministeri della Salute e dell’Agricoltura, contrari all’Agenzia, che in parte sottrarrebbe loro la funzione di valutazione scientifica e di comunicazione del rischio come avviene in altri Paesi europei: Per capire cos’è e come si muove un’Agenzia, basta vedere le proposte dell’ultimo mese pubblicate sui siti internet di quella francese e inglese. I francesi presentano dossier e pareri su decine di temi di attualità e sulla nutrizione. Gli inglesi propongono un elenco dettagliato e aggiornato sui cibi ritirati dal mercato con le foto e i numeri di lotto, pareri e dossier su tutti i temi in discussione e molto altro ancora. Siamo contenti che qualcuno abbia cambiato idea e stia ponendo il tema dell’Agenzia all’ordine del giorno.”
Insomma non è detta l’ultima parola, per l’authority, tanto più che adesso la lega è all’opposizione mentre i partiti che esprimono parlamentari pugliesi sono in maggioranza. E’ vero che c’è la crisi economica e che per la finanza pubblica tira un’aria tutt’altro che tranquilla, ma un progetto serio, come quello che la rete di cui abbiamo detto mise assieme qualche anno fa, orientato per esempio ad attenuare il più possibile l’impatto finanziario della sede foggiana, potrebbe rimettere le ali ad un sogno che era finito – forse troppo prematuramente – nel cassetto.
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