Come succede fin dalla sua nascita, Puglia Events, il bel portale della Regione che si occupa di promuovere gli eventi culturali e gli spettacoli che si svolgono sul territorio regionale, rappresenta un ottimo strumento anche per monitorare la capacità di produzione e di offerta culturale delle Province pugliesi.
Il monitoraggio si rivela più che mai d’attualità in questa estate 2012, vessata dagli ulteriori tagli ai bilanci degli enti locali decisi dal Governo Monti, che hanno ancora di più alleggerito i capitoli di spesa che gli enti locali riservano alla cultura, in taluni casi – come nel capoluogo dauno, la cui amministrazione si trova sull’orlo del collasso finanziario, azzerandolo quasi del tutto.
Misurare la capacità di produzione culturale di un certo territorio è tutt’altro che un esercizio accademico. In un territorio particolarmente vocato al turismo qual è quello pugliese, l’offerta di spettacoli e di eventi culturali sta diventando un aspetto sempre più importante della capacità attrattiva del territorio stesso. Il boom registrato dal Salento da qualche anno a questa parte, deriva sia da una sapiente e condivisa azione di marketing territoriale che questa zona della Puglia è riuscita a mettere in campo, sia dall’indubbia crescita dell’offerta e della produzione di cultura, come nel caso della Notte della Taranta, strategicamente collocata in piena estate.
E la provincia di Foggia, come sta andando? Non c’è molto di che stare allegri. Nel complesso, il monitoraggio dell’estate culturale 2012 conferma la tendenza “regressiva” che era emersa già l’anno scorso (avevamo utilizzato lo stesso strumento di Puglia Events). Il fenomeno è preoccupante, tenendo conto anche della sfida competitiva che i diversi territori pugliesi stanno disputando per accaparrarsi fette più o meno consistenti del cosiddetto brand Puglia. Parlando fuori dai denti, lo scettro del turismo regionale che il Salento contende da qualche anno al Gargano, potrebbe scendere nella parte meridionale della Puglia proprio per effetto della maggiore capacità di attrazione culturale che questo territorio sta manifestando, e perseguendo con lucida consapevolezza e ammirevole tenacia.
La prima mappa mostra la distribuzione territoriale degli eventi, in riferimento a tutto il territorio regionale. Aggregando i dati per provincia, abbiamo la seguente situazione: la provincia di Foggia propone nel suo calendario estivo (che corrisponde più o meno al numero di eventi attualmente presenti nel database di Pugliaevents) 281 appuntamenti, a fronte dei 466 della Bat e dei quasi 600 della provincia di Taranto. Bari, Lecce e Brindisi superano tutte quota mille. La Capitanata è insomma fanalino di coda, ma a favore degli altri territori sembra giocare un certo peso anche la maggiore capacità di produzione ed offerta culturale delle città medio piccole.
Considerando, infatti, soltanto i capoluoghi di provincia, la classifica appare sensibilmente diversa. Svetta Bari al primo posto, con 273 eventi, numero che distacca parecchio la seconda città, che è Lecce, con 128 appuntamenti. Al terzo posto c’è sorprendentemente Barletta (109, ma non c’è di che stupirsi, perché il capoluogo della Bat sta investendo sensibilmente in cultura). Quindi, sensibilmente, distaccate, Foggia (59), Taranto (50), Brindisi (49). Non sarà casuale il fatto che le città che denotano le difficoltà più serie in termini di produzione culturale sono anche quelle che hanno avuto o hanno i loro bilanci più fortemente segnati da crisi finanziarie.
E’ interessante anche dare uno sguardo alla distribuzione territoriale degli eventi censiti da Pugliaevents in provincia di Foggia, per comprendere, al di là del capoluogo quali sono le aree che presentano il maggior dinamismo. La relativa mappa è presente nella seconda immagine. Si segnala Monte Sant’Angelo, che brinda alla sua recente investitura quale “patrimonio dell’umanità” sancita dall’Unesco con 30 appuntamenti. Un’altra bella sorpresa è rappresentata da Lucera ed il Subappennino, che con 58 eventi vanno quasi a raggiungere il capoluogo. Il Gargano, da Lesina a Manfredonia, passando per Rodi Garganico e Vieste, supera di poco quota 100. Numero significativo in riferimento al bacino provinciale, ma assolutamente inadeguato a reggere la sfida con territori che stanno manifestando una maggiore competitività, come il Salento, che mette in campo ben altri numeri. Tra le città della Pentapoli dauno si segnala San Severo (25 appuntamenti); sotto tono Manfredonia (15), deludente Cerignola (8).
Quanto questi dati possono essere ritenuti attendibili del trend dell’offerta culturale pugliese? Molto, a nostro avviso, anche se non del tutto speculari alla realtà, nel senso che non tutti gli eventi che si svolgono concretamente in Puglia vengono registrati nel database di Pugliaevents. Ma il mancato inserimento di uno spettacolo, o una serata all’interno dell’archivio sempre più ricco e completo del portale regionale, non depone sicuramente a favore della qualità dell’evento.
La morale? La drammatica stretta finanziaria imposta agli enti locali sta consumando i suoi effetti più nefasti proprio sulla spesa culturale, e questo accade con maggior virulenza proprio nelle aree che già erano più fragili sotto questo profilo, e che sarebbero chiamate ad una maggiore dinamicità culturale, soprattutto per difendere la loro vocazione turistica. Il resto lo fa una presenza quanto mai rarefatta (tanto da poter più efficacemente definita in termini di assenza) di una imprenditoria culturale dauna.
Una spietata successione di cause ed effetti sta innescando una spirale perversa che potrebbe rivelarsi esiziale anche per l’economia della provincia di Foggia.
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