La provincia di Foggia su tutte le altre consorelle pugliesi, nelle giornate Fai di primavera che verranno celebrate domani e dopodomani. Ed è un segnale importante, a saperlo cogliere. Un segnale che potrebbe far presagire una inversione di tendenza in materia di politiche culturali, e non solo.
Mai come in questo caso, è opportuno far parlare primo di tutto i numeri. Le giornate Fai di primavera sono caratterizzate dal fatto che durante il loro svolgimento sono aperti al pubblico un certo numero di beni culturali, che possono essere visitati con guide formate per l’occasione: gli “aspiranti ciceroni” che il Fondo Ambiente Italia recluta tra gli studenti delle scuole medie superiori.
La Capitanata primeggia su tutte le altre province pugliesi, con quattro comuni in vetrina (Ascoli Satriano, Foggia, Bovino e Lucera), quindici luoghi da visitare e quattro eventi collaterali. Seguono, distanziate di parecchio, la Bat , che mette in mostra soltanto una città, la splendida Trani, con sette posti da visitare. La provincia di Lecce offre un minicircuito con tre comuni (Lecce, Cavallino e Nociglia) e cinque luoghi aperti al pubblico. Chiudono la classifica la provincia di Taranto (due comuni, il capoluogo e Castellaneta, e due luoghi da visitare) e la provincia di Bari, che limita la sua offerta al solo capoluogo con due luoghi in vetrina). È del tutto assente la provincia di Brindisi.
LA PROVINCIA DI FOGGIA MEGLIO DI QUELLA DI NAPOLI
Il primato della Capitanata non si limita al solo perimetro regionale. La provincia di Foggia fa meglio anche rispetto a province molte ricche di beni culturali ambientali quali quelle di Napoli e della Campania, delle province lucane e calabresi e perfino di quelle siciliane. La sola altra provincia meridionale che metta in campo un pacchetto della stessa consistenza di quella dauna è la provincia di Catania, con tredici beni da visitare, due di meno di quelli offerti dalla Capitanata.
Il brillante “pacchetto” messo in campo da Foggia e dalla sua provincia per la Giornata Fai di primavera non è soltanto il giusto premio allo sforzo che la delegazione Fai di Foggia sta conducendo da tempo per la valorizzazione del patrimonio artistico, culturale ed ambientale della Capitanata. C’è dietro qualcosa di più, che deve far riflettere.
L’associazione guidata da Marialuisa De Palma D’Ippolito (che la presiede) e da Nico Palatella (che è il suo vice) si è segnalata soltanto qualche mese fa per un altro brillante risultato: per la prima volta nella storia, un bene della provincia di Foggia (gli eremi dell’Abbazia di Pulsano che sorge nei pressi di Monte Sant’Angelo) si è classificato al primo posto nella classifica nazionale dei Luoghi del Cuore.
La graduatoria viene compilata conteggiando le segnalazioni che i diversi beni ottengono dai cittadini: Santa Maria di Pulsano ha ottenuto la bellezza di 34.118 segnalazioni, quasi 8.000 in più del bene culturale che si è piazzato al secondo posto (Casa Desanti-Bossi, a Novara).
Numeri importanti, la cui importanza trascende però il dato puramente statistico ed aritmetico. Indica, seppure forse, al momento, ancora “sotto traccia” che qualcosa di importante si sta muovendo nel sentire comune dei cittadini della Capitanata.
È evidente che la delegazione Fai ha svolto un importante ruolo di sensibilizzazione e di promozione nella scalata alla vetta dei Luoghi del Cuore: ma la passione e la tenacia dei componenti l’associazione non sarebbero basate, da sole, se il Fai non avesse trovato un humus fertile: una nuova sensibilità (popolare) per quando riguarda la tutela e la valorizzazione dei beni culturali. I forum di Facebook pullulano di iniziative, interventi, segnalazioni sul tema, e non più tardi di qualche mese fa, raccogliendo una serie di stimoli che erano partiti proprio dalla rete, la stessa delegazione si era resa promotrice di un’altra bella iniziativa puntando i riflettori sulla settecentesca Masseria Pantano, che sorge tra il Rione Cep e la Spelonca, e corre il rischio di venire inghiottita dallo sviluppo edilizio che sta aggredendo l’area.
C’È UNA NUOVA SENSIBILITA’ SUL TEMA DEI BENI CULTURALI
Alla delegazione Fai di Foggia va riconosciuto l’enorme merito di essere riuscita a mettere in circolo nel migliore dei modi questa nuova sensibilità che, come certifica la valanga di segnalazioni giunta per l’Abbazia di Pulsano, non è più qualcosa di élite: è in grado di mettere in campo grandi numeri, e denota perciò un sentire diffuso, profondo.
Un altro importante spunto di riflessione giunge dall’altrettanto brillante performance che la Capitanata fa registrare per quanto riguarda la giornata Fai di Primavera, conquistando, per quantità e qualità dei beni messi in vetrina e per le iniziative collaterali il primato tra le province pugliesi e meridionali. È il segno che la provincia di Foggia c’è, eccome, per quanto riguarda “cose” culturali da offrire. Si è spesso portati a ritenere che l’offerta di cultura sia scandita dagli eventi (spettacoli, concerti, ecc.). È vero, ma solo in parte. L’offerta culturale di un territorio è espressa anche dalla sua capacità di esibire beni culturali, accompagnando – ma questo è un altro discorso – questa esibizione con la concreta possibilità di fruire dei beni, delle “cose”, attraverso adeguati servizi.
Ci pare proprio questa la strada indicata dalle significative e confortanti perfomance della delegazione Fai di Foggia. Esiste una coscienza diffusa sull’importanza del nostra patrimonio culturale; esiste la voglia di far rete, di mettere assieme sforzi ed impegno rivolti alla valorizzazione, al recupero, al rilancio funzionale di tale patrimonio. Esistono le “cose”, forse più che in altri posti della Puglia e del Mezzogiorno, quelle “cose” che sono poi la precondizione affinché la cultura possa diventare un fattore di sviluppo non solo civile, ma anche economico ed occupazionale.
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