Se il lavoro è un costo, e non una risorsa

È un primo maggio amaro, amarissimo, quello che si festeggia oggi in Capitanata. Una terra in cui il lavoro – la risorsa lavoro – è del tutto svilita. Episodi su episodi che si affastellano a testimoniare, in questa primavera drammatica, che il valore del lavoro e della persona umana hanno raggiunto livelli. 
L’ultimo episodio in ordine del tempo si è verificato proprio ieri, scandendo il tempo di un’amarissima vigilia della festa dei lavoratori. Un carpentiere di 55 anni, Antonio Splendido, di San Severo è morto dopo essere stato travolto dai cavalletti di un ponteggio in allestimento, mentre lavorava al primo piano di una villetta in costruzione a Montenero di Bisaccia. L’uomo era intento a guidare, con l’ausilio di un telecomando, una gru che doveva depositare sul solaio i cavalletti: questi però sono precipitati, investendo il carpentiere che è caduto a terra sbattendo la testa.
Alla triste realtà degli ormai innumerevoli incidenti sul lavoro, si accompagna l’aberrante ripetersi di fenomeni di bieco sfruttamento, quando non di vero e proprio schiavismo: soltanto due settimane fa, a testimonianza del fatto che la realtà denunciata due anni fa dal settimanale L’Espresso è tutt’altro che superata, la polizia di Cerignola ha scoperto casualmente nei pressi di Borgo Tressanti un autentico lager: 40 rumeni (tra cui 15 donne) costretti a vivere in condizioni subumane, in un garage senza acqua e servizi igienici, senza finestre e con la fogna che scorreva sotto i loro piedi. 
Ma il dato che forse meglio fotografa l’impoverimento profondo della cultura del “lavoro come risorsa” è quello che riguarda i risultati, diffusi qualche giorno fa, dell’ indagine dell´Istat sull´occupazione femminile nelle province e nelle regioni italiane. Da questi dati si apprende che la provincia di Foggia è al penultimo posto della graduatoria nazionale, e che solo per le donne di Caserta è più difficile trovare lavoro. 
Il dato relativo a questa classifica è stato ricavato analizzando il tasso di inattività (ovvero le persone che pur essendo in età da lavoro non ne hanno uno e non lo cercano) che evidenzia a livello nazionale una media del 37% – che varia tra il 51,3% della Campania e il 27,4% dell´Emilia Romagna. 
La provincia più attiva è Bologna (solo il 25,9% di inattivi) mentre Crotone è quella con il tasso di inattività più alto (56,9%). Ma le donne più “scoraggiate” sulla possibilità di trovare un lavoro sono a Caserta (72,3% di inattive) e a Foggia (71,6%). 
Per non parlare poi del diffondersi dei punti di crisi, e del precariato, che in provincia di Foggia, come e ancora di più che nelle altre province meridionali, è assai di più di un “ammortizzatore sociale”: i precari a rischio sono tremila. Se non verranno stabilizzati, nella già drammatica dinamica del mercato del lavoro, si aprirà un altro buco nero.
Tutto questo nella terra di Di Vittorio, ovvero del segretario generale della Cgil che dette vita al “piano del lavoro” affidando proprio alla risorsa lavoro il compito di trainare la ripresa del Paese, e la sua ricostruzione, all’indomani della tragedia della dittatura e della guerra, che avevano messo in ginocchio l’economia.
L’aspetto geniale di quella idea era di guardare appunto al lavoro come una risorsa su cui investire, e far investire l’economia. Quella idea informò e scandì, anche aspramente, le relazioni sindacali negli anni della ricostruzione, ed alla fine fu uno dei fattori non secondari del boom economico che portò l’Italia agli anni Sessanta.
Nella cultura dominante il lavoro viene percepito come un “costo”, come un problema, e non come una risorsa su cui investire per azionare il circolo virtuoso dello sviluppo.
Temi che risuonano con una certa eco nel tema che i sindacati hanno scelto per la festa del lavoro di quest’anno: “Il lavoro unisce – legalità, dignità, sicurezza, ambiente, diritti e solidarietà – per uscire dalla crisi” è lo slogan con il quale le segreterie nazionali di CGIL, CISL e UIL hanno deciso di svolgere unitariamente la manifestazione nazionale di oggi. Temi che, come  rilevano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Foggia, Nicola Affatato, Emilio Di Conza e Sante Ruggiero, “trovano nella nostra terra elementi di maggiore accentuazione che dovranno caratterizzare le iniziative della festa dei lavoratori, intensificando la lotta contro lo sfruttamento del lavoro e contro la negazione dei diritti umani nei confronti degli immigrati, impegni da sempre prioritari nelle proposte e nelle mobilitazioni del sindacato nella nostra provincia”. 
La speranza è che questa giornata di festa, sia anche una giornata di mobilitazione e di riflessione, com’è del resto da sempre nella cultura del sindacato. Il programma delle iniziative, in provincia di Foggia, prevede manifestazioni e comizi unitari che si terranno nei Comuni di Apricena, Ascoli Satriano, Lucera, Manfredonia, San Giovanni Rotondo, San Paolo Civitate, San Severo, Sannicandro e Torremaggiore e Cerignola, dove terrà il comizio unitario il Segretario Confederale Nazionale della Cisl, Giorgio Santini. 

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Author: Geppe Inserra

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