Domenico Paolella, il regista foggiano che vinse a Cannes

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Ricordare le persone che sono nate in un posto, e vi hanno vissuto per un periodo più o meno lungo della loro vita, impedire che su di loro cada l’oblio, arricchisce quel posto, lo rende migliore. Da anni, Maurizio De Tullio si dedica a questa particolare forma di archeologia, poco convenzionale, ma preziosa.
Non cerca reperti, ma piuttosto ricordi: di donne e di uomini, delle loro gesta, delle loro opere; tracce di vita che appartengono al passato ma che ricordate, sottratte al rischio della dimenticanza costruiscono un legame nuovo tra l’oggi e quel che è stato.
Se l’oblio è la vera morte, ridare memoria e dignità storica ai personaggi nati in terra di Capitanata vivifica il territorio, gli restituisce vita, corrobora quel sentimento nobile e profondo che è la nostalgia, e nello stesso tempo schiude prospettive nuove al presente, lasciando intravedere agli odierni abitanti la possibilità di un futuro migliore, nel ricordo di quanti vi sono nati.
Per dire come l’opera di questo instancabile archeologo dei ricordi abbia dato frutti fecondi e restituito prorompente attualità al passato, basti ricordare quanto è successo a proposito di Ralph De Palma.

Prima dell’impagabile opera di recupero e di sensibilizzazione azionata da Maurizio De Tullio, con la pubblicazione del primo libro in italiano su De Palma, erano in pochi, tra i non addetti ai lavori, a sapere che l’uomo più veloce del mondo, il pilota che ha vinto più di ogni altro nello sport delle quattro ruote, era nato in quel di Biccari, ridente paesino dei Monti Dauni, ma anche culla di personaggi di statura internazionale, visto che ha dato natali anche a Donato Menichella, tra i più grandi economisti del secolo scorso.
Ritrovando e adottando il suo campione, emigrato con la sua famiglia in America, alla fine dell’Ottocento, Biccari ha recuperato un pezzo importante della sua identità attorno al quale stanno germogliando tante iniziative – come un monumento, l’idea di un museo –  che stanno accrescendo sensibilmente l’attrattività del piccolo comune dauno.
Dopo la pubblicazione di Ralph De Palma, Storia dell’uomo più veloce del mondo che veniva da Foggia (Agorà, 2006), Maurizio non si è fermato e ha dato alle stampe il Dizionario Biografico si Capitanata (Agorà, 2006) che costituisce la più efficace ed effervescente sistematizzazione dell’archeologia dei ricordi applicata al territorio danno: le storie di vita che vi sono raccolte sono circa 600: personalità e personaggi nati in provincia di Foggia, attivi dal 1900 al 2008, che hanno conquistato una dimensione ed un carisma nazionale e internazionale, quasi sempre lontano dalla terra natia, e c’è da chiedersi perché il dover andare, e il dover cercare e trovare altrove la fortuna negata nel posto in cui si è nati, rappresenti quasi una regola per la Capitanata.
Me lo sono chiesto tante volte, avendo avuto il piacere e l’onore di scrivere la prefazione per le due opere di De Tullio: non sono mai riuscito a trovare una risposta. Le storia ritrovate e raccontate da Maurizio sono quasi sempre storie di emigrazione, di legami interrotti ma anche per questo, proprio per questo, ricordare è importante, perché consente, in qualche modo, si ritessere quei legami, impedendo che vengano perduti per sempre.
Da qualche anno, Maurizio De Tullio lavora presso La Magna Capitana, la Biblioteca Provinciale di Foggia, scrigno per antonomasia di memoria e di ricordi, occupandosi tra l’altro del settore del sito internet La Meravigliosa Capitanata dedicata ai personaggi e agli episodi strettamente connessi al territorio della provincia di Foggia. La sezione raccoglie un ricco archivio di informazioni per gli autori locali e per particolari temi legati al territorio di Capitanata, un luogo privilegiato di raccolta e di fornitura di informazioni bibliografiche in senso lato, sia di documenti posseduti localmente, sia di fonti di qualsiasi altra origine non presenti in loco.
Di questo archivio fanno parte le schede, elaborate da Maurizio De Tullio, su Domenico Paolella, cineasta foggiano che attraversò praticamente tutti i generi e i territori della settima arte, distinguendosi soprattutto come documentarista, attività per la quale si affermò al Festival di Cannes.
Ringrazio l’autore e il direttore della Biblioteca, Franco Mercurio, per avere acconsentito alla pubblicazione di questo e-book, che raccoglie le schede pubblicate ne La Meravigliosa Capitanata, integrandole con materiale iconografico.

 

In un momento in cui il cinema pugliese sta vivendo una stagione d’oro, riscoprire gli autori dauni che hanno lasciato una traccia di sé nella storia della settima arte (con Domenico Paolella è il caso di ricordare Michele Placido, Fernando Di Leo, Francesco De Robertis, Ferruccio Castronuovo) può contribuire al recupero di quel rapporto tra autori e territorio che ha rappresentato un elemento di particolare criticità in provincia di Foggia.
Per scaricare l’e-book di Maurizio De Tullio, cliccare sui collegamenti qui sotto:
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Author: Geppe Inserra

2 thoughts on “Domenico Paolella, il regista foggiano che vinse a Cannes

  1. Ammiro il lavoro di De Tullio riguardante i personaggi importanti della nostra terra. Forse perché anch'io, nel mio "piccolo", mi sono occupato di storia locale , portando a conoscenza del grosso pubblico alcuni di questi talenti bistrattati per via del "nemo propheta…". Per esempio Donato Coco, nativo di Rignano, e designer automobilistico tra i più importanti ed affermati del pianeta (Picasso, C 3, Ferrari, Lotus, ecc.). Che dire poi di Giuseppe Montesano, il famoso questore-prefetto che ispirò "La donna della domenica" di Fruttero e Lucentini e l'omonimo film interpretato da Marcello Mastroianni? Così pure del Marchese Luigi Corigliano, Sovrintendente della Dogana e primo bonificatore del Tavoliere oppure di Domenico Corigliano, grande musicista e compositore di corte nella Napoli borbonica di fine Settecento. Ed ancora non va dimenticatoi l 'altro illustre rampollo della medesima famiglia, quale fu don Luigi Tosti, abate di Montecassino, storico guelfo tra i più insigni d'Italia. E non di meno gli attualissimi Felice Limos (Limosani) e la sorella Marina (attrice), di cui la stampa più recente si occupò, entrambi nativi di Rignano e vissuti a Foggia per lungo tempo.

  2. Ringrazio Geppe Inserra per la sensibilità che ha avuto nel proporre a me e alla Biblioteca Provinciale di Foggia l'idea dell'e-book, in modo da rilanciare ulteriormente il lavoro da noi svolto su alune figure o aspetti della storia di Capitanata. Molto belle (e forse eccessive) le considerazioni che Inserra mi dedica, apprezzamento che vorrei estendere ai tanti appassionati che, come me, stanno svolgendo un ruolo di supporto agli storici e agli studiosi di professione.
    Apprezzo poi il riferimento di Geppe al mio "Dizionario Biografico di Capitanata" e che mi permette di fare due veloci considerazioni: al collega Del Vecchio (che ringrazio per la cortese testimonianza di stima, ricambiata, conoscendolo da tempo) ricordo che i citati Coco, Montesano e i fratelli Limosani sono regolarmente presenti nel mio "Dizionario", gli altri non lo sono perché fuori dalla mia forbice temporale. Bene fa Del Vecchio a rimarcare l'esistenza di questi personaggi e a continuare a scavare nell'archivio della storia e della memoria di questa nostra terra.
    Al tempo stesso suggerisco a chi non l'abbia ancora fatto, di consultare il mio volume, perché custode di numerose e incredibili figure (e relative storie) ancora sconosciute ai più, nonostante l'oggettiva grandezza dei personaggi "censiti".
    Mi arrabbio tanto quando leggo, su certi quotidiani locali, l'apparire improvviso di qualcuno di questi personaggi ma solo perché di loro si è parlato solo qualche giorno prima, sui media nazionali! Per restare sull'attualità cito i recenti casi di Tony Slydini e Franco Scepi, figure straordinarie presenti nel mio "Dizionario" ormai da sei anni.
    Ai colleghi che, in tanti, mi hanno chiesto in questi anni una copia del "Dizionario Biografico", mi viene spontaneo rispondere, oggi, che uso ne abbiano fatto.
    Cordialmente. (Maurizio De Tullio)

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